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L’aeroporto di Parma riapre per la stagione estiva, ma il futuro è incerto
L’aeroporto Giuseppe Verdi di Parma ha inaugurato sabato 15 luglio il volo Parma Olbia operato da InX.aero in collaborazione con Jetcom. Si tratta di un collegamento bisettimanale, il sabato e la domenica, che sarà attivo fino al 16 settembre grazie all’impiego di un jet Embraer ERJ145 di 55 posti gestito dalla compagnia Alpavia.
Una riapertura che però ha il sapore dell’occasione persa, considerando che si tratta di un volo limitato al solo periodo estivo e che rischia di non avere seguito. Nei piani di sviluppo dello scalo emiliano non sembrano esserci al momento progetti concreti per incrementare i voli dopo settembre, nonostante la disponibilità di slot e le rassicurazioni a parole da parte delle istituzioni locali.
Le dichiarazioni per la riapertura estiva dell’aeroporto di Parma
“Questa collaborazione rappresenta una sinergia eccezionale tra inX, Jetcom e Alpavia per offrire ai passeggeri un servizio di volo di alta qualità” ha spiegato il direttore generale di inX Pierre Antoine Cottone, esprimendo soddisfazione per l’avvio del collegamento.
Anche il presidente di Sogeap, la società di gestione dello scalo, ha parlato di “un’opportunità imperdibile per l’aeroporto e per tutto il territorio”, confermando però che al momento non ci sono piani per il dopo settembre.
L’assessore al Turismo del Comune di Parma ha definito il volo “un primo passo verso il potenziamento dei collegamenti aerei”. Parole che però cozzano con l’immobilismo che ha caratterizzato gli ultimi anni del Verdi.
Purtroppo i cittadini e non solo, anche coloro che utilizzerebbero l’aeroporto come turisti, viaggiatori o lavoratori, da diversi anni si sentono propinare le stesse scuse. Possiamo chiaramente dire che siamo due di queste!
Una delle tante scuse: i limiti infrastrutturali dell’aeroporto
Uno dei limiti principali dello scalo emiliano è rappresentato dalle dimensioni della pista di volo (solo nel periodo invernale!), che con i suoi 1.460 metri rende complesse le operazioni per molti velivoli, in particolare quelli a corridoio singolo. Una criticità più volte evidenziata dalle compagnie aeree come motivazione per la mancata apertura di nuove rotte da Parma.
Eppure, secondo gli esperti, con adeguati accorgimenti tecnico-operativi l’infrastruttura consentirebbe un utilizzo più intensivo, a beneficio dei passeggeri e dell’economia del territorio. Servirebbe però un progetto di sviluppo chiaro e investimenti mirati.
Il bacino potenziale inesplorato
Parma e il suo aeroporto possono contare su un ampio bacino d’utenza potenziale, tra residenti e flussi turistici, che comprende tutta la Bassa Lombardia oltre alla stessa Emilia Romagna. Si stima che siano almeno 300-400mila i passeggeri annuali raggiungibili, numero che uno scalo efficiente saprebbe intercettare.
Eppure il Verdi continua a restare in una situazione di sottoutilizzo, con meno di 80000 passeggeri l’anno contro i 7 milioni di Bologna e i 4 milioni di Rimini. Occasioni sprecate che continuano a spingere i viaggiatori verso gli scali limitrofi.
I vantaggi di partire dal Verdi?
Volare dal Verdi significherebbe per i passeggeri risparmiare tempo e denaro in trasferimenti verso gli aeroporti di Milano o Bologna. Inoltre lo scalo parmigiano garantisce rapidità delle operazioni e comodità di parcheggio. Tutti elementi che andrebbero adeguatamente comunicati per stimolare la domanda.
Le prospettive incerte per il dopo estate
Nonostante gli annunci e le dichiarazioni di facciata, al momento non ci sono certezze sul futuro del Verdi dopo la stagione estiva. Né le istituzioni locali né il gestore sembrano in grado di garantire la continuità dei voli.
Di questo passo si tornerà presto alla situazione preesistente, con lo scalo soggetto ai capricci delle compagnie low cost e lontano dal poter competere ad armi pari con gli aeroporti limitrofi. L’immobilismo della politica locale, incapacità o mancanza di volontà, rischia di compromettere definitivamente la possibilità di rilancio.
Elina Sindoni
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