Brexit: Cosa cambia per chi viaggia nel Regno Unito

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Settembre 2019. Ore roventi queste, in cui il primo ministro Boris Johnson, sta tentando in tutti i modi di portare avanti  la sua politica “no deal”, che prevede l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, senza un accordo.

Le ultime notizie rivelano la volontà dei politici britannici di scongiurare l’uscita “no deal” tanto desiderata dal primo ministro Boris Johnson.

Al di là che il termine ultimo sia ad ottobre 2019, o a gennaio 2020 come qualcuno paventa, noi di Traveltherapists in questa mini guida, vi spieghiamo in modo chiaro cosa cambia per chi viaggia nel Regno Unito con la Brexit.

 

Nessun visto fino al 2021

Permanenza inferiore ai tre mesi

Se siete cittadini italiani o del resto dell’Unione Europea, vi tranquillizziamo subito dicendovi che fino a gennaio 2021, ovvero il periodo in cui le procedure della Brexit dovrebbero essere concluse, non avrete bisogno di documenti speciali se vi recate nel Regno Unito.

Basterà portare con voi la carta d’identità, a patto che sia in buone condizioni, o il passaporto e la tessera sanitaria.

Quella che rilascia il sistema sanitario italiano, la classica tessera blu (TEAM) infatti, assicura una copertura di assistenza medica in tutta Europa.

tessera sanitaria TEAM

Tessera sanitaria TEAM

Noi di Traveltherapists, però vi suggeriamo, se siete già in possesso di un passaporto, di portare quello.

Spesso le file per il controllo delle “ID Card” sono molto lunghe, mentre il controllo dei passaporti biometrici è fatto tramite e-gate e i tempi di attesa sono molto più brevi.

Riguardo alla patente, non ci sono per adesso cambiamenti e non è necessaria alcuna carta verde: vi basterà la vostra patente e se siete con la vostra auto, la carta di circolazione.

La "mini", tipica auto British

    La “mini”, tipica auto British

 

Se la vettura non è intestata a voi, suggeriamo di farvi fare una delega alla conduzione del veicolo dal proprietario. Comunque è probabile che in futuro ci saranno accordi per il reciproco riconoscimento fra Regno Unito e resto d’Europa, delle licenze di guida.           

Stessa cosa, per i paesi denominati “SEE” (Liechtenstein, Islanda e Norvegia) e per la Svizzera. Questo se pensate di fermarvi nel Regno Unito per un periodo inferiore ai tre mesi.

Permanenza superiore ai tre mesi

Se si legge la nota informativa dedicata alla Brexit sul sito del governo, si comprende facilmente la volontà di porre fine alla libera circolazione di persone e cose.

I cittadini europei che vorranno recarsi per un periodo di tempo superiore ai tre mesi nel Regno Unito, dovranno fare richiesta online del “European Temporary Leave To Remain”.

Si tratta di un permesso speciale che dura al massimo tre anni e non si può prorogare. La procedura online, dev’essere fatta circa tre mesi prima della data in cui si prevede di arrivare sul suolo britannico e non è detto venga accettata (ad esempio in caso di fedina penale compromessa).

Le persone che vorranno restare per un periodo superiore ai tre anni, dovranno fare un’ulteriore domanda al governo, della quale ancora non si conosce la modalità, né i requisiti e gli organi competenti, ma che diventerà effettiva nel 2021.

Per info:https://www.gov.uk/settled-status-eu-citizens-families

 

Studiare nel Regno Unito dopo la Brexit

Erasmus

Molti giovani si trovano nel Regno Unito con il progetto Erasmus ed Erasmus+. Al momento non ci sono molte notizie al riguardo, ma quello che sappiamo è che non è prevista alcuna variazione, sia per i cittadini dell’UE che si trovano in Regno Unito, sia per i cittadini britannici che si trovano nell’Unione Europea.

La volontà preminente del Regno Unito, è quella di poter partecipare al Progetto Erasmus anche dopo la Brexit, ma è tutto da definire.

Iscriversi agli atenei britannici

Uscita con accordo

Gli studenti in arrivo entro Dicembre 2020 (il periodo ultimo nel quale la Brexit dovrebbe esser compiuta), possono richiedere il Pre-Settled Status o il Settled Status.

Il Pre-Settled Status è fondamentale per accumulare gli anni necessari (la residenza quinquennale) e permettere così il passaggio alla stabilizzazione.

Il Settled Status concerne invece le persone che vivono da cinque o più anni in Regno Unito. In questo caso, i cittadini extra UK possono vivere o lavorare illimitatamente nel paese.

Uscita “no deal”

Purtroppo se la Gran Bretagna sceglierà un’uscita “no deal”, quello che abbiamo detto sopra, non vale. Gli studenti saranno costretti a restare per un periodo inferiore ai tre mesi o a richiedere il “European Temporary Leave To Remain” che abbiamo citato in precedenza che permette di restare per al massimo tre anni.

Qui però si pone il problema per quei corsi di laurea di durata superiore. In questo caso ci si può comunque immatricolare, senza però avere la garanzia di poter completare in Regno Unito i loro studi.

Bivio tube Londinese

                         Deal or not deal

Lavorare in Gran Bretagna dopo la Brexit

Prima del 31 ottobre 2019

I cittadini europei che vivono e lavorano in UK e desiderano mettersi avanti e tutelarsi, devono richiedere il “European Settlement Scheme”  entro giugno 2021 o in caso di “no deal”, entro il 31 dicembre 2020.

Se i cittadini europei risiedono da almeno cinque anni in Gran Bretagna e sono in grado di provarlo, possono richiedere il già citato Settled Status.

Coloro che vivono e lavorano in  Gran Bretagna da un tempo inferiore ai cinque anni,  possono far domanda del Pre-Settled Status, cercando poi di raggiungere lo status definitivo.

Dopo il 31 ottobre 2019

Dopo il 31 ottobre 2019 e in caso di un “no deal”, per poter restare nel paese, i cittadini europei come nel caso dello studio,  per un periodo superiore ai tre mesi, dovranno far domanda della European Temporary Leave to Remain. Si tratta di un permesso temporaneo non prorogabile, che dura massimo 36 mesi.

La domanda, dev’essere presentata online entro tre mesi dall’arrivo nel Regno Unito. Nonostante sul sito, sia inoltre indicata la possibilità da parte dei cittadini europei di far domanda per l’European Settlement Scheme, non vi è tuttavia garanzia che venga accolta.

La copertura sanitaria dopo la Brexit

La nostra tessera sanitaria (Team) sarà una garanzia per l’assistenza sanitaria, fino al giorno della reale uscita dall’Unione.

Purtroppo non sappiamo cosa succederà dopo. Un’eccezione potrebbe riguardare gli studenti che hanno iniziato il loro percorso di studi prima del 31 ottobre 2019. Teoricamente, la Team dovrebbe garantire e tutelare la copertura sanitaria fino al termine dei loro studi.

Dovrà essere premura del governo, trovare accordi con gli altri paesi, per un’assistenza sanitaria reciproca, almeno per garantire le cure mediche urgenti.

In caso di “no deal”, bisognerà lavorare per trovare garanzie anche su prestazioni mediche programmate a costi ridotti o gratuite.
Consigliamo nel dubbio una EHIC ovvero una carta di assistenza sanitaria provvisoria, sempre che la data di emissione sia precedente alla Brexit effettiva.

Per ulteriori info: https://www.gov.uk/guidance/healthcare-for-eu-and-efta-+citizens-visiting-the-uk

Marzia nella tube londinese

Marzia nella Tube londinese

Volare verso il Regno Unito dopo la Brexit

Nonostante le accorate rassicurazioni sul fatto che nulla cambierà, come si evince dalle dichiarazioni fatte da diverse compagnie aeree come EasyJet e Ryanair, non è ancora bene chiaro cosa succederà al traffico aereo da e per il Regno Unito.

Il rischio di un aumento delle tariffe dei biglietti aerei è molto probabile, così come un progressivo dis-investimento delle varie compagnie sugli scali britannici.

Sostanzialmente la Gran Bretagna dovrà negoziare daccapo e con i singoli paesi membri della UE, nuovi accordi. E’ anche molto probabile che svariate compagnie inglesi, spostino le loro sedi nella vicina Irlanda, per mantenersi comunque più legate all’Unione Europea.

traffico aereo dopo la brexit

In questa fase di “rinegoziazione”, anche il traffico verso gli Stati Uniti proveniente dal Regno Unito potrebbe subire contraccolpi, in quanto i granitici accordi “open sky”  potrebbero essere cancellati e dovranno anch’essi essere nuovamente ridiscussi.

I costi di roaming per i telefonini     

Sappiamo che da giugno 2017, i clienti dei vari operatori telefonici, usufruiscono della stessa tariffa accordata nel proprio paese, anche nel resto dell’Unione Europea. Se la Gran Bretagna uscirà con un accordo, non cambierà nulla. Purtroppo un’uscita “no deal”, invece, farà si che ogni compagnia decida autonomamente come comportarsi nelle politiche di roaming.

 

Trasportare gli animali domestici nel Regno Unito e viceversa

Se vogliamo portare con noi i nostri amici animali in vacanza nel Regno Unito, non ci sono problemi. Per poter circolare, occorrono però il microchip e il regolare passaporto per animali domestici.

Sono obbligatorie le vaccinazioni contro rabbia, e per i cani, anche il trattamento per la tenia. Facciamo attenzione a rispettare le norme, perché i nostri animali potrebbero essere trattenuti in quarantena. Nel caso di una Brexit “no deal”, chi vorrà portare gli animali dal Regno Unito alla UE, oltre a dover rispettare le norme di vaccinazione, dovrà accettare che il proprio animale venga sottoposto a test del sangue per verificare le vaccinazioni.

Anche il vecchio passaporto per animali domestici, non sarà valido, ma occorrerà fare domanda di un nuovo documento di viaggio.

Luna with the dancing Queen

Luna with the dancing Queen

 

Con questa miniguida, lo staff di Traveltherapists ha cercato di toccare gli argomenti più importanti che potrebbero rendere più difficile la permanenza di un cittadino europeo nel meraviglioso Regno Unito. Speriamo di avere contribuito a dare una maggiore chiarezza della complicata situazione che è la Brexit.

 

Marzia Parmigiani

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