Perché parlare di gentilezza in un momento tragico come questo?
Cosa c’entra un atto gentile in una pandemia che sembra non avere fine?
Qualche settimana fa, stavo aspettando in fila, rispettando il distanziamento sociale, fuori dal supermercato.
All’improvviso ha iniziato a piovere.
Uno ragazzo del personale, ha notato che ci stavamo bagnando.
E’ andato nel magazzino a cercare degli ombrelli, li ha disinfettati con cura nei manici, e ce li ha offerti.
Con mia sorpresa, mi sono sentita rincuorata e mi sono sentita trattata in modo empatico.
Se ti chiedessi l’ultima volta che sei stato/a gentile o hai beneficiato della gentilezza, probabilmente mi racconteresti aneddoti su quando ti sei sentito/a commosso/a, protetto/a, considerato/a, visto/a, amato/a.
Gentilezza ai tempi del Coronavirus: prendersi cura della nostra salute mentale
Proteggere la nostra salute mentale sarà fondamentale per fronteggiare e riprenderci da questa devastante pandemia.
I dati a disposizione finora, ci dicono che il Covid-19 sta avendo un impatto psicologico, sociale ed economico che probabilmente ci trascineremo a lungo.
Gentilezza ai tempi del Coronavirus: perché la gentilezza?
La gentilezza ha la singolare capacità di sbloccare la nostra umanità condivisa.
La gentilezza rafforza le relazioni, fa sviluppare le comunità e promuove la solidarietà.
È perciò, una pietra angolare della nostra salute mentale individuale e collettiva.
La saggezza di ogni cultura, riconosce che la gentilezza è qualcosa che tutti gli esseri umani hanno bisogno di sperimentare e praticare per sentirsi pienamente vivi.
Gentilezza ai tempi del Coronavirus: gentilezza e salute mentale
La gentilezza si definisce facendo qualcosa verso se stessi e gli altri, motivati dal desiderio genuino di fare la differenza positiva.
Dalla ricerca sappiamo che la gentilezza e la nostra salute mentale sono profondamente connesse.
La gentilezza è un antidoto all’isolamento e crea un senso di appartenenza.
Aiuta a ridurre lo stress, porta una nuova prospettiva e rende più significative le amicizie.
La gentilezza verso noi stessi può impedire alla vergogna di corrodere il nostro senso di identità e contribuire a rafforzare la nostra autostima.
La gentilezza può persino migliorare i sentimenti di fiducia e ottimismo.
Gentilezza ai tempi del Coronavirus: un atto di coraggio
In un mondo difficile come il nostro, la gentilezza diventa uno sforzo intrinsecamente rischioso.
Si può rischiare di sembrare sciocchi/e, perché spesso le persone non capiscono una gentilezza senza secondo fini e temono inganni.
Ancor peggio, alcune persone temono che ad un atto gentile, debba per forza conseguire una ricompensa.
Questo è il motivo per cui a volte non ci si espone.
Ricevere o dare gentilezza è un atto di coraggio.
Gentilezza ai tempi del Coronavirus: una società più gentile
In questo momento, abbiamo un’opportunità unica, non solo durante la pandemia, ma anche per il futuro.
E’ il momento di capire e ripensare a quale tipo di società vogliamo appartenere, alla fine di questa crisi.
I dati rivelano come la disuguaglianza stia aumentando nella nostra società e portando i suoi effetti dannosi sulla salute.
L’aspettativa di vita sta diminuendo per i più poveri per la prima volta in 100 anni.
Con l’aumentare della povertà infantile, i bambini ed i giovani nelle zone più povere del nostro Paese, hanno una probabilità due o tre volte maggiore di soffrire di disturbi psicologici, rispetto a quelli non indigenti.
In questa crisi, perciò dobbiamo fare molta attenzione.
Le parti più vulnerabili nelle nostre comunità – che stanno subendo le conseguenze più gravi dell’austerità – avranno effetti devastanti sulla loro salute mentale e fisica.
Trascurare queste dimensioni, senza porre una tutela ed un’attenzione a coloro che stanno scivolando ai margini della società, non è il segno distintivo di una società gentile o evoluta.
Non dobbiamo fare gli stessi errori di prima, dopo questa pandemia.
Ecco perché è importante celebrare la gentilezza ai tempi del Coronavirus.
La gentilezza applicata, potrebbe avere un impatto trasformativo sulle nostre scuole, luoghi di lavoro, comunità e famiglie.
Questa volta dobbiamo impegnarci per dare forma ad una società che punti all’equilibrio, che sia a favore della buona salute mentale diffusa.
Per tutti noi, ma soprattutto per coloro che sono più vulnerabili.
Un atto di gentilezza può portarne molti altri.
Questo è il tipo di azione comunitaria di cui abbiamo bisogno, per ispirare gli altri quando scopriamo la nostra connessione reciproca ed estendiamo la gentilezza a noi stessi.
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