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Ci sarà una seconda ondata di Covid-19 in Italia?
L’OMS anticipa con preoccupazione allarmante, la possibilità tutt’altro che remota di una nuova ondata di contagi Covid-19.
Certo, in Italia, il livello dei contagi si è affievolito in questo periodo e gli sforzi della quarantena hanno dato buoni frutti.
Ma proprio in questo momento, è necessario non abbassare la guardia e vanificare gli sforzi.
La data fissata al 4 maggio 2020, come l’inizio di una Fase 2, non deve essere presa come la liberazione dalla possibilità di contagio.

Fino a quando non avremo a disposizione una terapia o un vaccino, è impensabile l’idea di azzerare il Coronavirus nel nostro paese.
Walter Ricciardi, rappresentante italiano all’OMS e consulente del ministro della Salute Roberto Speranza, considera verosimile una seconda ondata verso l’autunno, se il nostro paese riaprirà troppo velocemente.Fino a quando non ci sarà un vaccino, ci saranno nuovi focolai di epidemia che andranno contenuti.
Una nuova accelerazione di Sars-Cov2 è ritenuta dallo scienziato “più che un’ipotesi, una certezza”. Altrove, abbiamo già parlato della lezione che dovrebbero darci paesi in cui è già iniziata la seconda ondata di contagi Covid-19.
Secondo Ricciardi, l’idea di riaprire indipendentemente dai dati che avremo il 4 maggio in merito all’epidemia, non sia la cosa migliore da fare.
Ricciardi sottolinea come le politiche a dir poco azzardate di alcuni leader mondiali, ad esempio Gran Bretagna e Stati Uniti, hanno portato ad avere effetti molto più negativi sui loro cittadini, soprattutto in termini di vite perse.
“I governi non hanno ascoltato i consiglieri scientifici e hanno reagito in maniera estremamente ritardata”, ricorda Ricciardi.
Il distanziamento fisico
Fra le misure fondamentali (anche se complicate da attuare), la distanza tra soggetti che non sono certi del loro stato immunologico, sarà lo strumento principale. In questo senso, non è un caso che i paesi che hanno utilizzato più tecnologia e più forza diagnostica, siano quelli che sinora hanno fronteggiato il Coronavirus nel modo più efficace.
Pertanto e purtroppo, non siamo che nel mezzo del percorso. Il Covid-19, il virus che ha cambiato ed è destinato a implementare nuovi stili di vita per tutta l’umanità, è ancora troppo sconosciuto per essere controllato.
Ma ricordate che la soluzione non è stare a guardare quello che succede in modo passivo.
L’evoluzione di questa epidemia, dipenderà dalle nostre scelte, dai comportamenti più banali a quelli più complessi.
La responsabilità è di tutti noi. Sia dei cittadini che di coloro che ci governano.
E’ una guerra che dovrebbe farci capire che quello che succede nel pianeta, non osserva i confini creati dagli esseri umani e, forse, occorre ridisegnare un mondo migliore di questo.
Marzia Parmigiani
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