Cina e Stati Uniti: la nuova guerra fredda
La storia insegna che le potenze emergenti cercano sempre di espandere la loro influenza geopolitica una volta superato un certo stadio di sviluppo economico.
Era solo una questione di tempo prima che la Cina eliminasse l’accordo “un paese, due sistemi”. La Cina è ben decisa a imporre le sue leggi e norme a Hong Kong.
Un territorio che considera parte integrante della madrepatria.
La decadenza americana
Dal punto di vista della Cina, la decadenza e il declino dell’America negli ultimi 12 anni, sono un invito ad accelerare la sua espansione strategica.
Oltre a militarizzare il Mar Cinese Meridionale, la sua iniziativa “Belt and Road” ha l’obiettivo di rendere la Cina il punto nodale dell’intera massa terrestre eurasiatica.
Xi desidera la piena sottomissione di Hong Kong. Probabilmente sfiderà anche lo status quo rispetto a Taiwan, confidando che l’amministrazione Trump non farà nulla.

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump
La Cina pratica una politica “aggressiva”
Gli Stati Uniti hanno compreso l’aggressività di Xi Jinping.
Dopo due decenni di speranza che la Cina diventasse un stakeholder responsabile nell’economia mondiale, i politici statunitensi hanno capito che non sarà così.
La guerra commerciale di Trump mostra sempre più antagonismo nelle relazioni fra Cina e Usa.
La pandemia ha dato ulteriore slancio ad una politica statunitense più conflittuale nei confronti della Cina.
Pertanto, in Asia si è già capito che la regione sarà il “campo di battaglia” centrale in una nuova guerra fredda.



Hong Kong
I tre livelli del conflitto
Per comprendere la natura del conflitto in arrivo, tutto il mondo, dovrebbe concentrarsi su tre domini diversi ma correlati. Politico-militare, economico e ideologico.
Il livello politico miliare
La Cina cercherà di cacciare gli Stati Uniti dall’Asia? Questa la domanda chiave a livello politico-militare
A parte questo, la Cina cercherà di indebolire gli impegni di sicurezza degli Stati Uniti in Corea del Sud, Giappone, Filippine.
Ma se l’approccio aggressivo cinese aumentasse, potrebbe spingere i paesi vicini a formare una nuova coalizione anti-Cina, allineata in qualche modo con gli Stati Uniti. Se ciò dovesse accadere, sarebbe estremamente difficile per la Cina instaurare una coesistenza pacifica.
L’area economica
Qualsiasi scontro a livello politico-militare è destinato a trasformare negativamente l’economia.
I legami più profondi con la Cina portano benefici a molti paesi dell’Asia, anche se continuano a dipendere dagli Stati Uniti per la loro sicurezza.
Per questi paesi, una vera e propria pausa dalla Cina sarebbe particolarmente costosa, complicata e pericolosa.
L’area ideologica dello scontro
Mentre la dimensione politico-militare è il fattore determinante della nuova guerra fredda e l’economia il fattore dipendente, il confronto ideologico svolgerà un ruolo di rinforzo.
Ancora una volta, la domanda è fino a che punto la Cina promuoverà il suo modello di “capitalismo autoritario”. Ciò, come alternativa “superiore” alla democrazia liberale.
Se la Cina impone il suo modello in modo aggressivo come ha fatto l’Unione Sovietica, la nuova guerra fredda avrà tutti gli ingredienti e tutte le tensioni, della guerra fredda originale.


Il valore dei principi democratici
Resta da dire che le democrazie leader del mondo non si sono comportate bene nella crisi attuale.
Ma i principi democratici, come il rispetto dei diritti umani, delle libertà civili e dello stato di diritto, sono valori universali. Attirano un ampio consenso tra gli asiatici, in particolare se paragonati all’autoritarismo.
Il modus operandi della Cina faticherà a creare le condizioni in cui gli individui possano realizzare il loro pieno potenziale e questo ostacolerà la sua aspirazione a sostituire gli Stati Uniti come l’economia più avanzata del mondo.
Resta da vedere esattamente come interagiranno le tre dimensioni del conflitto.
I leader asiatici dovranno essere prudenti e certamente non farebbe male agli Stati Uniti o alla Cina mostrare un po’ di umiltà. Ma pensare a Donald Trump o a Xi Jinping, ci fa pensare a tutto, tranne che all’umiltà.
Marzia parmigiani
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