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Coronavirus: il Giappone permette il rientro agli stranieri residenti
Il 3 aprile, il Giappone ha imposto restrizioni di ingresso ai viaggiatori provenienti da aree gravemente colpite dalla pandemia. Questo, limitando il rientro solo alle persone con circostanze eccezionali e problemi urgenti. Questioni che gli ufficiali dell’immigrazione avevano già approvato prima della partenza dei residenti.
Secondo l’attuale divieto, le persone con residenza permanente e visti di soggiorno e coniuge a lungo termine che hanno lasciato il Giappone per uno dei paesi elencati prima che fossero imposte le restrizioni, erano autorizzate a tornare. Ciò, “in linea di principio”.
Le restrizioni hanno suscitato critiche soprattutto da parte dei giapponesi espatriati che vivono all’estero. Polemiche anche da altri cittadini giapponesi divisi dai loro familiari colpiti dalle restrizioni.
Un gruppo di residenti non giapponesi in Giappone, ha pubblicato una lettera aperta diretta al Primo Ministro Shinzo Abe e al Ministro della Giustizia Masako Mori.
La lettera esorta a rivedere la politica e consentire il rientro a tutti i residenti stranieri che si guadagnano da vivere in Giappone.
E’ stata lanciata una petizione lanciata dal gruppo sul portale Change.org. L’iniziativa ha raccolto oltre 2000 firme in una serata, da parte dei sostenitori dell’allentamento delle restrizioni per i residenti stranieri in Giappone.
Il Ministero della Giustizia ed il Ministero degli Esteri, non sono riusciti a chiarire quali criteri devono essere soddisfatti per rientrare in Giappone.
Di fronte a dure critiche il Giappone ha ammorbidito la sua posizione per motivi umanitari. Il Governo afferma che consentirà ai residenti stranieri di rientrare nel paese, indipendentemente da il loro status di visto.
La restrizione all’ingresso, copre 111 paesi, inclusi gli Stati Uniti. Anche la maggior parte dei paesi in Asia e in Europa, è soggetta alla limitazione come misura contro il nuovo Coronavirus.
Questo, ha lasciato diverse centinaia di residenti non giapponesi bloccati all’estero. Inoltre, ha impedito ad altri di lasciare temporaneamente il paese poiché rischiano di non poter rientrare.

Elina a Nishishinjuku, Tokyo
La nuova disposizione del 27 maggio
Il 27 maggio il ministero della Giustizia ha pubblicato sul suo sito web un avviso. L’autorizzazione all’ingresso può essere concessa “a seconda della situazione individuale in presenza di circostanze eccezionali speciali. In particolare quando vi sono circostanze che richiedono un esame umanitario”.
L’annuncio arriva dopo che il 22 maggio il ministro degli Esteri Toshimitsu Motegi ha chiesto la revisione delle restrizioni di viaggio. Questo, dopo segnalazioni di cittadini stranieri bloccati all’estero o incapaci di lasciare il Giappone per partecipare a funerali, a causa delle restrizioni.
“È difficile specificare quali circostanze possano essere considerate di natura umanitaria in quanto la situazione di ogni individuo è diversa”. Il funzionario ha osservato che la morte di un membro della famiglia o la necessità di cure mediche all’estero, dovrebbero essere accettate come motivi umanitari.
Ha aggiunto, tuttavia, che i residenti stranieri che cercano di tornare in Giappone dovranno presentare documenti a supporto delle loro affermazioni.
Marzia parmigiani
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