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Coronavirus: storia della stretta di mano
In tutto il mondo, gli umani stanno lottando per ignorare migliaia di anni di convenzione sociale ed evitare di toccarsi fra di loro.
L’atto di stringersi la mano, è una delle modalità di saluto potenzialmente più complicate da perdere in una nuova realtà post pandemica.
La stretta di mano spazia da un semplice saluto tra estranei che non si incontreranno mai più, al suggellamento di accordi finanziari tra i pezzi grossi del pianeta.
Perché le persone si stringono la mano per salutarsi?
Ci sono varie idee sull’origine della stretta di mano. Si stima che la stretta di mano, abbia avuto origine nell’antica Grecia. Rappresentava un simbolo di pace tra due persone, dimostrando che nessuna delle due persone portava un’arma.
I quaccheri sono accreditati per aver reso popolare la stretta di mano dopo aver ritenuto che fosse più egualitaria rispetto all’inchino.
Indubbiamente, la stretta di mano è un gesto di connessione umana. La sua storia risale a migliaia di anni fa. Per questo, la stretta di mano potrebbe essere troppo radicata per essere semplicemente eliminata.
Infatti, il fatto di aver scelto in questo periodo segnato dal Covid-19, la protuberanza del gomito come alternativa, ci mostra quanto sia importante toccarsi e non perdere una connessione fisica.

Il contatto fisico negli animali
Negli anni Sessanta, lo psicologo americano Harry Harlow, dimostrò quanto fosse vitale il toccarsi e l’affettività verso le scimmie rhesus, dimostrando che la spinta biologica al contatto, si riscontra anche in altri animali.
Altri esempi del regno animale includono gli scimpanzé che, in genere, toccano i palmi delle mani, l’abbraccio e talvolta il bacio come una forma di saluto.
Le giraffe usano il collo che può raggiungere i due metri di lunghezza, intrecciando il collo l’una con l’altra, e ondeggiano e si sfregano, per valutare la forza e le dimensioni dell’altro, per stabilire il dominio.
Comunque esistono diverse forme di saluto, in tutto il mondo in cui non è previsto il contatto fisico.


Come si salutano le altre culture?
Molte culture si abbracciano premendo i palmi delle mani insieme con le dita rivolte verso l’alto mentre sono accompagnate da un leggero inchino, il tradizionale saluto Hindu Namaste è uno dei più noti.
In Samoa ci si saluta, sollevando le sopracciglia mentre si mostra un grande sorriso.
Il segno shaka hawaiano, è stato adottato e reso popolare dai surfisti americani. Un gesto nel quale si arricciano le tre dita medie e si allunga il pollice e il dito più piccolo, mentre si stringono la mano avanti e indietro per l’enfasi.
Il contatto fisico non è sempre stato considerato così importante. Fino agli anni Cinquanta, molti psicologi credevano che mostrare affetto ai bambini fosse semplicemente un gesto sentimentale senza alcun scopo reale. In più, avvertivano che le manifestazioni di affetto ,rischiavano di diffondere malattie e di contribuire a problemi psicologici negli adulti.
Non guardare, non toccare
Nel suo libro “Don’t Look, Don’t Touch”, Val Curtis della London School of Hygiene and Tropical Medicine parla del saluto come forma di fiducia.
Secondo l’autrice, una possibile ragione per cui strette di mano e baci sulle guance perdurino come forma di saluto, è perché indicano che l’altra persona si sia fidata abbastanza da toccare i germi dell’altro.
Da qui la storia delle pratiche che vanno e vengono fuori stile a seconda delle preoccupazioni di salute pubblica.
Nel frattempo, molte donne musulmane in tutto il mondo hanno mostrato disaccordo alle strette di mano basate su motivi religiosi. Nonostante eventuali riserve alle strette di mano, con il progredire del XX secolo, il gesto si è evoluto in un simbolo quasi universale e inattaccabile di saluto professionale.
Studi scientifici sul rituale della stretta di mano, hanno identificato il modo in cui una buona stretta di mano, attivi la stessa parte del cervello deputata a stimoli legati alla ricompensa come cibo, bevande e piacere sessuale.


Ci stringeremo ancora le mani per salutarci?
Il futuro della stretta di mano rimane incerto.
In fondo, salutarsi in altro modo, non solo limiterebbe la diffusione della malattia di Coronavirus, ma probabilmente ridurrebbe drasticamente i casi di influenza.
Le linee guida sul distanziamento sociale probabilmente rimarranno in vigore per molto tempo, in particolare per le persone vulnerabili come gli anziani e quelle con comorbilità mediche come malattie polmonari, obesità e diabete.
Questo però, potrebbe creare gravi conseguenze psicologiche: una forzata distinzione artificiale tra anziani e malati e giovani e sani, probabilmente colpirà alcune persone molto duramente.
L’inchino
Esistono già molte opzioni senza contatto.
L’inchino, ad esempio, è già ampiamente praticato in tutto il mondo ed è stato considerato come fondamentale, per un minor numero di morti a causa del Coronavirus in Thailandia e in Giappone.
Molti salutano con un cenno, un sorriso, e una miriade di segnali a mano che non comportano il contatto fisico.
Come fare negli eventi stressanti?
Esistono però circostante stressanti, in cui gli umani si trovano ad affrontare circostanze stressanti che dipendono dal tocco umano. Pensiamo al modo in cui rispondiamo quando le persone sono in lutto o quando succede qualcosa di brutto.
Convenzioni sanitarie come fare il pugno o darsi colpetti di gomito non danno buoni risultati, quando si tratta di connessione intima fra umani.
La vera preoccupazione è che svilupperemo una nuova normalità, con meno contatto. Tutti noi in qualche modo ne risentiremo, e realizzeremo che quanto ci manca, ma probabilmente dovremo sacrificare questo contatto spontaneo, per dimostrare il nostro amore l’un l’altro e per proteggerci.
Marzia Parmigiani
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