Cosa sono i Goshuin?
Cosa sono i Goshuin? I sigilli dei santuari e dei templi giapponesi
I Goshuin (御朱印) sono dei grandi francobolli, fatti a mano dai monaci giapponesi, che hanno la funzione di certificare la visita ad un santuario o tempio specifico. Letteralmente la parola si traduce in “onorevole sigillo rosso” e spesso il loro fascino è il potere che portano intrinsecamente al di là della parola o del concetto che esprimono.
Ma da dove viene il loro utilizzo e qual è il loro significato?
In questo articolo scopriremo tutto sui Goshuin, sigilli tradizionali giapponesi.
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Cosa sono i Goshuin? La storia di Goshuin
Risalire all’origine del Goshuin non è semplice e non abbiamo certezza alcuna. Tuttavia, la teoria più ampiamente accettata è che servissero come ricevuta per riconoscere che un pellegrino avesse offerto uno shakyo – la trascrizione a mano dei sutra – a un determinato tempio o santuario.
A parte ripercorrere la storia passata, anche tradurre cosa sia questo oggetto, è molto difficile in italiano.
Poiché nei Goshuin calligrafia e timbro coesistono in una forma elegante. Solitamente l’incaricato applica uno o più timbri di colore rosso, che come sappiamo ha un importanza notevole nella cultura giapponese.
In seconda battuta, tramite inchiostro nero e la sua peculiare calligrafia, aggiungerà dettagli quali il nome del tempio, data e frasi o preghiere attinenti.
A parte il suo valore storico, questo francobollo ha anche scopi spirituali, dato che ciascuno di essi è considerato sacro perché scritto a mano da monaci o Shinto kannushi (letteralmente, Dio maestro).
Questi, sono i responsabili della manutenzione dei santuari shintoisti, nonché guida all’adorazione delle divinità e perciò si credeva fossero intermediari tra gli dei e gli umani.
Goshuin e junrei
Quindi, anche i francobolli goshuin – scritti dagli intermediari degli dei – sono considerati sacri e importanti per coloro che li collezionano, al fine di ottenere meriti spirituali.
Infatti, in passato, molti fedeli del Giappone si dedicavano – e si dedicano tuttora – a junrei: un pellegrinaggio che include templi e santuari buddisti e shintoisti – solitamente 33, 66 o 88 – risalenti al periodo Nara (710-794).
E in questo caso, i pellegrini ricevevano un Goshuin, come attestato della loro visita.
Come abbiamo detto, inizialmente i Goshuin erano scambiati con shakyo (sutra), ovvero un mezzo per diffondere la parola del Buddha e al contempo pregare per la realizzazione del più grande desiderio.
Con la donazione del sutra al tempio o al santuario, i visitatori dimostravano la loro devozione e ricevevano un attestato che ricordasse loro e agli altri, il pellegrinaggio in svariati luoghi sacri.
La procedura per creare i francobolli sacri è la medesima in ogni tempio o santuario, ma ogni Goshuin ha uno stile diverso. Solitamente, il monaco (o kannushi) incide il simbolo del tempio nel libretto, scrivendo il nome del luogo e la data della visita.
Alle volte, possono aggiungere preghiere o simboli e alcuni luoghi offrono più Goshuin.



Sutra
Cosa significa Goshuin?
Indipendentemente dalle proprie credenze religiose, questo sigillo ha una connotazione spirituale molto profonda e suggestiva.
I kanji a formare la parola shuin (朱 e 印) significano rispettivamente “inchiostro rosso/arancione” e “timbro”. E con la particella “go” a precederli, Goshuin si traduce in “il sacro timbro vermiglio”.
Il goshuin-chō (御朱印帳) dove chō significa libro, è concepito per raccogliere questi importanti sigilli. I pellegrini collezionavano questi francobolli sacri come prova di devozione e pietà, ma un ulteriore motivo è che portare il loro goshuin-chō nell’Aldilà, avrebbe testimoniato la loro rettitudine nella vita terrena davanti a dio.
Cosa sono i Goshuin? Il Goshuin non è un francobollo da collezione
Attenzione, perché il Goshuin può essere facilmente confuso con i francobolli turistici del Giappone, che solitamente sono meravigliosi e carichi di tradizione, ma non hanno la stessa funzione di questi francobolli sacri.
Se a prima vista, potrebbero sembrare solo francobolli un po’ diversi e un po’ più grandi, non vanno mai tenuti assieme.
Chi colleziona i francobolli turistici non può mischiarli ai Goshuin che devono essere custoditi nel testo dedicato ai sigilli sacri. Infatti si collezionano in libretti chiamati goshuin-chō (御朱印帳) e portati sempre con sé in visita al tempio.
Ci sono due tipi di goshuin-chō, uno che sembra un taccuino con copertina rigida e pagine regolari; l’altro con pagine “a fisarmonica” il quale racchiude tutti i francobolli sacri che si aprono in un’unica pagina lunga a mostrare i diversi sigilli in linea.
Tieni a mente che questi libretti sono progettati per avere un francobollo sacro per pagina e se decidi di raccoglierne di più in un libro, potresti rovinare gli altri con l’inchiostro che passa sul retro della pagina. Più o meno, in ogni libretto avremo 20-40 sigilli.
Ci sono diverse dimensioni di goshuin-chō, ma quello tradizionale misura 11 cm x 16 cm. Alcuni amano distinguere i sigilli sacri tenendo un libretto per i santuari shintoisti e un altro per i templi buddisti, ma non è una distinzione obbligatoria.
A causa della situazione pandemica, tanti santuari e templi hanno iniziato a distribuire francobolli goshuin prefabbricati su pagine sciolte che possono essere semplicemente applicati come adesivo.



Francobolli da collezione del Giappone
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Come ottenere il Goshuin al tempio o santuario?
Per ottenere il proprio Goshuin, terminata la visita al santuario o al tempio, cerca goshuin uketsuke (御朱印受付), dove solitamente si trova una discreta fila. A volte sono collocati anche nei pressi dei negozi di souvenir o alla reception principale.
Ma ricorda che alcuni templi e santuari non accettano il Goshuin-chō dove ci sono sigilli sia di templi che di jinja, quindi è meglio avere due libretti separati. E anche se i Goshuin sono un ottimo modo per ricordare la visita a templi e santuari, non dovrebbero essere lo scopo principale.
In che area dei templi e dei santuari posso trovare i Goshuin?
Cerca insegne nei templi buddisti con questi kanji 御朱印所 (goshuin jo), 朱印所 (Shuin jo) o 納経所 (Nokyo jo). Nei jinja troverai 授与所 (Juyo jo) o 社務所 (Shamu sho). Puoi anche provare a chiedere “Goshuin wa doko de morae masuka?” (Dove posso trovare il goshuin?).
Oppure semplicemente “Goshuin wa, doko?” (Goshuin, dove?), ma basta anche dire – per esperienza – “Goshuin, please”.
In passato, sappiamo che le persone scambiavano sutra con sigilli ma oggi il corrispettivo è pagato in denaro (il costo è di solito ¥ 300, ¥ 500 e a volte ¥ 1000). In alcuni casi, non sarà indicato un prezzo, tuttavia è buona prassi lasciare un’offerta, chiamata hatsuhoryou.
La cifra ideale in questo caso è ¥ 300, considerato il legame del numero 3 con religione, cultura, folklore e superstizione nel Paese del Sol Levante.
Goshuin e castelli?
Inizialmente i Goshuin erano una tradizione esclusiva dei templi buddisti per poi diffondersi ai jinja, santuari shintoisti.
Attualmente, anche alcuni castelli propongono qualcosa di simile ai Goshuin e questi francobolli possono essere acquistati per circa ¥ 300: spesso raffigurano la stampa del castello in questione.
Una visita ai templi e santuari giapponesi assume un altro significato se porterai con te il goshuin-chō e vedere questi sigilli nel loro insieme è davvero un ricordo memorabile e unico del tuo viaggio in Giappone.
Disegni ed eleganza calligrafica, con kanji tratteggiati in modo unico che non sono solo belli da vedere.
Ricorda quanto questi doni unici impressi su un piccolo libro, siano simbolo di una relazione molto più profonda tra il goshuin-chō e il proprietario, in una tradizione che dura da tempo immemorabile.
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