Escher in mostra a Trieste

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Escher in mostra a Trieste

Maurits Cornelis Escher, l’artista che ha creato alcune delle immagini più memorabili del XX secolo, è dal 18 dicembre 2019 al 7 giugno 2020, in mostra a Trieste, presso il Salone degli Incanti. Ma chi era davvero Escher?

Maurits Cornelis Escher – Fonte: Wikipedia

 

Un pioniere dell’arte psichedelica

Escher, un artista mai compreso del tutto dal mondo dell’arte, è stato però ammirato da matematici e scienziati. In effetti, ha raggiunto la fama mondiale solo quando è diventato un pioniere dell’arte psichedelica dalla controcultura hippy degli anni Sessanta. Escher è stato corteggiato senza successo da Mick Jagger, per la copertina di un album. Stanley Kubrick voleva collaborare con lui, affinché lo aiutasse a trasformare “2001: Odissea nello spazio” in un “film di quarta dimensione”.

Un artista al di fuori dei movimenti

Escher non apparteneva a nessun movimento.
Per la sua famiglia e gli amici d’infanzia Maurits era affettuosamente noto come Mauk. Nacque da George e Sara Escher nel 1898 a Leeuwarden. Più piccolo di cinque figli, il padre era ingegnere civile. Mauk era un bambino cagionevole, interessato alla carpenteria, che prendeva lezioni di musica. Tuttavia non superò gli esami di scuola finali, fatta eccezione per la matematica. Escher ha quindi studiato per alcuni anni alla School for Architecture and Decorative Arts di Haarlem, ma ha abbandonato l’architettura per cercare di ritagliarsi una carriera come grafico. Alla fine degli anni Venti, durante i quali aveva viaggiato molto in Italia e in Spagna, incontrando e sposando sua moglie, Jetta, Escher esponeva regolarmente i suoi lavori in Olanda. Nel 1934, vinse il suo primo premio alla mostra americana.

           Il triangolo impossibile di Escher

L’esperienza di Escher all’Alhambra

Fu solo nel 1936 che Escher divenne davvero l’Escher che conosciamo. Quell’anno si recò al Palazzo dell’Alhambra di Granada, in Spagna, e copiò con grande cura, parte della trama della piastrellatura del palazzo. Il suo lavoro con il tempo, divenne gradualmente meno osservativo e più formalmente inventivo. Come spiegò più tardi Escher, “si sentì costretto a ritirarsi dall’illustrazione più o meno diretta e realistica dei suoi dintorni”, abbracciando quelle che lui chiamava le sue “visioni interiori”.

Dettagli dell’Alhambra, fonte d’ispirazione di Escher

Le visioni escheriane

Questo tipo di visioni, sono state il nucleo di quella che sarebbe diventata l’opera più celebre di Escher. Nel 1948, ha disegnato l’immagine di due mani, ognuna raffigurata nell’atto di impugnare una matita. Il contrasto tra la planarità bidimensionale di un foglio di carta e l’illusione del volume tridimensionale può essere creato con determinati segni. In “Mani che disegnano”, lo spazio e il piano piano coesistono, ognuno nato e tornato all’altro. La magia dell’illusione artistica si è manifestata in modo inquietante.
L’artista ha la sensazione che spostare la matita sul foglio sia una specie di arte magica. Non è lui che determina le sue forme; sembra piuttosto che la stupida forma piatta a cui lavora minuziosamente abbia la sua volontà, che è questa forma che decide o ostacola il movimento della mano del disegno, come se l’artista fosse un medium spiritualista.

 

 

La mostra di Trieste al Salone degli Incanti

Alla fine degli anni ’30, Escher divenne ossessionato dalla “divisione regolare dell’aereo”, in cui le forme (spesso pesci, lucertole o uccelli) sono piastrellate su un piano piatto in modo tale che gli spazi tra loro formino altre forme riconoscibili. (Questa tecnica è stata direttamente ispirata dall’Alhambra.) Giorno e notte (1938), che potrete ammirare alla mostra di Trieste, presenta forme di uccelli in bianco e nero disposte in questo modo su una campagna a scacchiera. In molte di queste immagini la distinzione tra primo piano e sfondo è cancellata: lo spettatore può scegliere di vedere una o l’altra serie di forme come primo piano a piacimento. Le più grandi immagini di Escher, non sono semplicemente esercizi geometrici; sposano lo stupore formale con una visione vivida e idiosincratica.

Per la prima volta, esposta, troverete la Serie I che racconta in sei xilografie i giorni della Creazione del Mondo. Quest’opera è stata realizzata fra il 1925 ed il 1926. A Trieste, potrete ammirare circa 200 opere, fra cui: Mano con sfera riflettente (1935), Vincolo d’unione (1956), Metamorfosi II (1939) e la serie degli Emblemata.

                  Giorno e Notte – Escher

Il sodalizio fra il Comune di Trieste, Arthemisia e Generali Valore Cultura (con il sostegno di PromoTurismoFGV) ha reso possibile questa imperdibile esposizione. Obiettivo è la valorizzazione del territorio e rendere le iniziative culturali, fruibili ed accessibili ad un pubblico sempre più ampio. Se alloggerete a Trieste, almeno per almeno una notte in una delle strutture ricettive aderenti, potrete ottenere l’accesso gratuito alla mostra. Il biglietto costa 16 euro, ma sono previste riduzioni ed è possibile prenotare online.

Per maggiori info, visitate il sito: https://www.mostraescher.it/

 

Marzia Parmigiani

 

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