Fabrizio Lo Presti racconta Genova.
Fabrizio Lo Presti racconta Genova fra incanti e segreti
Come si può parlare di Genova, raccontandola davvero?
Come si può entrare nella dimensione intima di una città, che in prima battuta, poco lascia trapelare per il suo carattere riservato?
Eppure lo sappiamo: Zena non è per tutti. Si fa conoscere lentamente, ma sa ammaliare e arriva dritta al cuore.
Noi di Traveltherapists, per potervela raccontare al meglio, ci siamo avvalse dell’aiuto del regista, giornalista e autore televisivo genovese, Fabrizio Lo Presti, che ci ha indicato un itinerario della città inaspettato, alternativo e accattivante, capace di farci avvicinare – senza mai catturarla appieno – alla sua anima.

Fabrizio Lo Presti
Attratte dai segreti della città, dall’autenticità incrollabile; dal linguaggio e dal cibo che sanno distinguersi; dalla visione sardonica del mondo e dal suo passato feroce, abbiamo passeggiato per le sue strade, chiedendoci per tutto il tempo perché ci sono così pochi altri “stranieri” che fanno lo stesso.
Per comprendere Genova ed il suo carattere monolitico, dobbiamo raccontarvi un po’ della sua storia.
“Che l’inse?”
“Che l’inse?” Nel dicembre del 1746, un figgeu (un ragazzino) Giovan Battista Perasso, entrò nel mito. Erano tempi duri, Genova era occupata dall’Impero asburgico. La tensione era davvero palpabile e bastava poco, soltanto una piccola scintilla, per far si che gli zeneixi (i genovesi), si ribellassero contro gli invasori.
L’Impero asburgico occupava Genova: una realtà dolorosa e insopportabile per la Superba, tanto amata da Petrarca. Un giorno, il ragazzino, lanciò una pietra contro le truppe nemiche, urlando minaccioso “Che l’inse?”
Cosa significava quella frase? L’urlo che riecheggiò quel dicembre di 273 anni fa, si traduce più o meno con “Volete che cominci?”
Un grido dal suono minaccioso, di incitamento alla lotta, alla guerra, alla ribellione di un popolo, quello dei genovesi, dal carattere forte e peculiare. Quest’evento fu proprio la scintilla per la rivolta di Portoria, che rese Giovan, un personaggio leggendario, soprannominato “Balilla”.
Perché Balilla? Si dice che il termine venga da “Ballin” (pallina), un termine che indica ragazzini minuti; altre tesi, la considerano una versione errata/dialettale del secondo nome di Giovanni, che era Battista. Sappiamo che il termine “Balilla” è stato ripreso durante il fascismo per le sue simbologie, più o meno appropriatamente.
Ed è proprio quel carattere particolare e riservato, quella forza che trapela da ogni carruggio e dalle crêuze, che rende la città, unica nel suo genere. Genova, che può cadere e rialzarsi con determinazione.
Un luogo che sprigiona forza e l’idea di una socialità, che gli abitanti affermano convinti, i foresti, non comprendono appieno. Una concretezza solidale che è stata messa a dura prova, quel maledetto 14 agosto 2018. Una sciagura che ha spezzato in due “Zena”, sia simbolicamente, che fisicamente quando è crollato il ponte Morandi.
Fabrizio Lo Presti racconta Genova: un carattere unico, una serie di primati
Fabrizio Lo Presti racconta Genova: la Cinta dei Forti
Le fortificazioni genovesi, sono un insieme di strutture militari ancora visibili e visitabili (non tutte).
Risalgono a diverse epoche e sono state costruite dalla Repubblica di Genova, a difesa della città. Ai Forti principali, che sono 16, vanno sommati quelli di ponente (fra Cornigliano e Sestri Ponente) costruiti a metà Ottocento, nonché il Bastione San Bernardino, e le strutture comprese nella Batteria del Vagno.
Quest’area è scenario di vari eventi della vita cittadina. Sulle mura è stato sviluppato un parco, il Parco delle Mura che si espande su circa 870 ettari. Si estende attorno alle Mura Nuove e funziona come polmone verde della città.
Qui potrete trovare novecento specie di piante differenti e vari esemplari della fauna locale, per lo più uccelli e mammiferi. Il Parco ed il sistema dei Forti, sono gestiti dal comune di Genova.
In particolare nel Forte Sperone vengono proposti, soprattutto in estate, diversi spettacoli. Potete prendere il treno di Casella, iniziare il giro dei Forti da Campi, per salire verso il Forte Diamante e poi proseguire lungo la strada fino ad arrivare a Forte Sperone, nel Parco delle Mura di Genova.
Per scendere, si può andare a piedi, o usufruire della funivia di Righi.
Fabrizio Lo Presti racconta Genova: Sentieri Botanici
Sempre con il treno di Casella, scendendo alla fermata Sant’Olcese Tullo, vi imbatterete nel Sentiero botanico di Ciaè. Fra i boschi degli Appennini, il sentiero è ben segnalato.
Seguendolo vi troverete una strada, prima pianeggiante e poi in discesa che vi farà raggiungere il rio Pernecco ed il borgo abbandonato di Ciaè. Si tratta di un luogo, abbandonato da più di 50 anni.
La flora dell’entroterra genovese, illustrata con tanto di pannelli esplicativi, sarà pronta ad accogliervi.
Troverete anche un piccolo ponte tardo medievale, che conferisce un aspetto particolare allo scenario e delle vecchie macine di pietra, che sono state adibite a tavoli da picnic.
Dopo il ponte, troverete una mulattiera che dopo la salita, vi condurrà ad una quercia secolare, ed un rovere che si dice abbia più di 300 anni.
Fabrizio Lo Presti racconta Genova: Valle Scrivia
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Fabrizio Lo Presti racconta Genova: Casba di Genova
Il sestiere di Pré, è noto anche come la Casba di Genova, per il suo essere zona multietnica e colorata.
Parte integrante del centro storico genovese, per secoli è stato l’unico accesso alla porta sud della città. Era la strada dei marinai, del contrabbando e della prostituzione.
Cuore pulsante del quartiere, sono la famosa via Pré e la via del Campo, celebrata da Fabrizio De André.
Stretti vicoli, alla cui sommità troviamo via Balbi con i suoi nobili palazzi. Percorrendo la strada verso la collina di Castelletto, troviamo case signorili e zone popolari come il borgo del Carmine.
Fabrizio Lo Presti racconta Genova: Museo del Mare e via Galata
Un luogo che vale la pena di visitare per comprendere la storia della città, è il Galata Museo del Mare, nei pressi del Porto Antico di Genova.
Si tratta del più grande museo marittimo del Mediterraneo.
Via Galata, è la zona che parte da via XX settembre fino a piazza Colombo.
E’ un’ area punteggiata da portici che conducono ad uno slargo dove è collocata la fontana del Genio Alato.
Dopo piazza Colombo, via Galata, incontra una strada antichissima, tracciata dai romani (via San Vincenzo). In questa via, troviamo un edificio, datato 1548: il palazzo di Domenico Centurione.
Fabrizio Lo Presti racconta Genova: il quartiere genovese di Istanbul
Forse non tutti sanno che ad Istanbul, nel quartiere Beyoğlu, esiste un presidio genovese situato nella parte nord del Corno d’Oro, vicino al Bosforo. E’ tuttora riconoscibile dalla Torre di Galata (1348).
Il quartiere turco è stato lungamente colonia della Repubblica di Genova.
Le assonanze fra le due municipalità sono davvero tante: il carattere pervicace, il trasporto su mare, il commercio di spezie, il cibo, i cantieri navali, per dirne alcuni.
Sulla torre, una targa commemorativa celebra il momento in cui i Ceneviz (i genovesi) consegnano le chiavi della fortezza.
Nel 2013, la Superba e Beyoğlu, hanno siglato un gemellaggio, in onore dell’antica conoscenza, ma anche con uno sguardo di cooperazione verso il futuro.
Fabrizio Lo Presti racconta Genova: cibo, friggitorie e osterie
Farinate, torte di verdure, focacce! La cucina genovese è un meltin’ pot di antiche tradizioni ed intersezioni gastronomiche con altre realtà, che i liguri hanno sapientemente rivisitato. Si tratta per lo più di una cucina povera, ma nutriente, pensata dai montanari e dalla gente di mare.
Dal preboggion ( mix di erbe selvatiche locali, base di molti piatti) al pesto; dalle primizie all’olio d’oliva; dai prodotti farinacei al pescato, e dalla selvaggina alla pasta, ce n’è davvero per tutti i gusti e tutte le tasche.
Fabrizio Lo Presti ci ha raccontato della tradizione locale delle friggitorie, dove potrete gustare i coni con squisite acciughe fritte.
Non è raro per le strade, sentire l’odore proveniente dai locali che a colpi di sciamadda (in genovese, fiammata, colpo di fuoco), cuociono farinate, focacce e torte salate.
Se volete fare un tuffo nel gusto, vi proponiamo i ristoranti consigliati da Fabrizio: Sà Pesta (che significa “sale pestato”), il cui menu è composto solo da antiche ricette genovesi.
Si tratta di un ristorante le cui origini risalgono ai primi dell’Ottocento. Sà Pesta è specializzato in farinata e torte di verdure. Per info, cliccate Sà Pesta.
Vi parliamo anche del ristorante Cavour 21, appunto localizzato in Piazza Cavour, al civico 21. Il rapporto qualità prezzo è buonissimo, e potrete gustare delle ottime trenette al pesto.
La terza proposta è il ristorante “Il Balcone” che offre menu degustazione nelle principali varianti “stoccafisso”, “chianina” e un ottimo menu alla carta. Per info, cliccate Ristorante il Balcone.
Fabrizio Lo Presti racconta Genova: un panorama cinematografico
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