Fase 2 del 4 maggio: no agli spostamenti fra regioni

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Fase 2 del 4 maggio: no agli spostamenti fra regioni

Tutti attendono con trepidazione, la fase 2 del 4 maggio per avere maggiore libertà di movimento.
Il premier Giuseppe Conte, tuttavia invita alla cautela: “Non è un liberi tutti”.
L’idea è quella di procedere con la massima cautela, consentendo di uscire dal Comune, ma senza uscire dai confini della propria regione. Sono al vaglio diverse ipotesi, ma l’orientamento comune resta la cautela.
Nel frattempo, sale a 145 il numero dei medici morti con l’ultimo caso di Bergamo.
La dottoressa Maddalena Passera, anestesista, non ce l’ha fatta.

Continuare gli sforzi

Il premier Conte ribadisce che il rivedere le norme di distanziamento sociale non significa poter andare ovunque, ma è ovvio che i cittadini debbano iniziare a riprendere anche se lentamente un ritmo di vita che si avvicini a quello normale.

Cosa riaprirà nella Fase 2?

L’idea dell’esecutivo, è di riaprire circa a metà maggio negozi al dettaglio, in seguito bar e ristoranti. Prima di questa data, si desidera che gli addetti alla ristorazione, possano comunque consegnare a domicilio e procedere con vendita da asporto.

Nel riaprire i mezzi pubblici ai cittadini si prevede che saranno utilizzati solo dal 15% di coloro che abitualmente ne usufruivano prima dell’emergenza Coronavirus.

Insomma questa Fase 2, avrà una partenza cauta, nel continuo monitoraggio della curva dei contagi. Non ci si può permettere di farsi trovare impreparati in caso di un nuovo aumento dei contagi o di una seconda ondata del Coronavirus.
Palazzo Chigi punta su un allentamento delle restrizioni, ma sempre con la massima cautela.
 
Negli ultimi giorni, i contagi sono calati, ma continuiamo comunque a registrare centinaia di vittime al giorno in Italia.
In Italia, finora ci sono state più di 25085 vittime. In Europa i morti sono oltre 110 mila.
I medici e tutto il personale sanitario, continuano a lavorare, ma risentono dell’insufficienza dei dispositivi di protezione, e dei tagli dei fondi al sistema sanitario nazionale dell’ultimo decennio.

L’avvertimento dell’Organizzazione Mondiale della Sanità

I segnali positivi devono darci speranza, ma non illuderci. Non si può abbassare la guardia, perché la strada da fare è ancora tanta. Il Coronavirus ci accompagnerà a lungo. Queste le parole del direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus.
Le epidemie possono facilmente riacutizzarsi.
Marzia Parmigiani
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