Giappone: solo il 10% delle aziende tutela i dipendenti LGBTI

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Tutela sul lavoro LGBTI Giappone.

Giappone: solo il 10% delle aziende tutela i dipendenti LGBTI

Poco più del 10% delle aziende in Giappone, ha politiche volte a proteggere i diritti delle minoranze sessuali.
Questo è l’esito di un recente sondaggio del governo, che riflette la mancanza di progressi della nazione nella lotta alla disuguaglianza sul posto di lavoro.
Il primo sondaggio nel suo genere condotto dal Ministero del Lavoro e del Welfare, ha inoltre mostrato che oltre il 30% delle aziende intervistate non ha in programma di fare cambiamenti. Di fatto, le persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersex, sono emarginate.
Il sondaggio è stato condotto alla fine dello scorso anno e riguardava 10000 aziende con 50 o più dipendenti. 
Lo studio ha rivelato che le imprese più grandi hanno maggiori probabilità di tutelare con accordi dedicati, il personale LGBTI.
Infatti, il 41,3% delle aziende con 1000 o più lavoratori, prendono misure a favore della comunità LGBTI. Ad esempio, l’implementazione di iniziative educative, rispetto al 9,4% delle imprese con 100-999 lavoratori e il 3,5% delle imprese con 99 o meno lavoratori.
Tra gli intervistati che hanno adottato misure, il 41,3% ha dichiarato di aver compiuto sforzi per educare la propria forza lavoro sulla consapevolezza LGBTI. Il 38,8% ha dichiarato di avere una consulenza interna disponibile per il personale.
Il 16,1% delle aziende consente ai lavoratori in relazioni omosessuali di avere un congedo matrimoniale o congedo per lutto, se il partner muore. Solo l’8,7% offre un assegno familiare ai partner.
In considerazione del personale transgender, solo l’11,6% consente ai lavoratori di utilizzare un nome diverso dal loro nome legale. Il 13,6% consente ai dipendenti di utilizzare i bagni in base al genere in cui si identificano.
Delle aziende che hanno dichiarato di lavorare o di pianificare di adottare misure per soddisfare meglio le esigenze dei dipendenti LGBT, il 50,8% ha dichiarato di avere difficoltà. In particolare, a comprendere le opinioni dei lavoratori LGBTI.
Il 40,6% ha dichiarato di non sapere che tipo di misure siano necessarie.
Tutela sul lavoro LGBTI Giappone

Tutela sul lavoro LGBTI Giappone: il matrimonio omosessuale in Giappone

Bisogna però ricordare che in Giappone il matrimonio fra persone dello stesso sesso, non è ancora permesso.
Tuttavia, dal marzo 2009, ai cittadini giapponesi è consentito sposarsi all’estero in tutti i paesi in cui il matrimonio omosessuale è consentito.
Ad opera del Ministero della Giustizia, è uscita una legge che ordina alle autorità locali di emettere certificati che dichiarino se la persona è celibe o nubile, quindi con la possibilità di matrimonio.
Nel 2015, a Shibuya (Tokyo), è stato avviato un procedimento per riconoscere legalmente le coppie omosessuali.
Questo si riflette nella condivisione di affitto, visite ospedaliere. Quello del 2015, è stato un primo passo per i diritti legali degli/delle omosessuali giapponesi.
A luglio dello stesso anno, anche Setagaya (Tokyo) si è unita a Shibuya per il riconoscimento delle coppie di gay e lesbiche giapponesi.
Successivamente anche le città di Osaka, Sapporo, Fukuoka, Naha, Iga e Takarazuka hanno seguito lo stesso trend del rilascio dei certificati.

Tutela sul lavoro LGBTI Giappone

Tutela sul lavoro LGBTI Giappone: la crisi del Coronavirus ha messo in difficoltà la comunità LGBTI 

Molte persone LGBTI in Giappone temono che essere affetti dal Coronavirus, potrebbe rendere pubblico il loro orientamento sessuale contro la loro volontà, mentre le autorità sondano le vie di infezione.
Un sondaggio di Marriage for All Japan ha anche mostrato che i cittadini omosessuali, si preoccupano se loro o il loro partner, saranno in grado di avere le informazioni mediche che solitamente gli ospedali forniscono ai familiari.
Questo, nel caso di contagio di uno dei due.
Anche coloro che sono aperti riguardo al loro orientamento sessuale sono preoccupati di essere esclusi da importanti processi decisionali sul trattamento se il loro partner è ricoverato in ospedale per Covid-19.
Lo stesso sondaggio ha rivelato che esiste anche un malinteso tra alcune coppie LGBTI secondo cui non potranno godere degli aiuti del governo per i genitori che si congedano dal lavoro per prendersi cura dei bambini a causa delle chiusure della scuola provocate dall’epidemia di virus.
Infatti, il governo non ha chiarito se il programma sia rivolto a tutte le persone con bambini.
Gon Matsunaka, che dirige un’organizzazione senza scopo di lucro per sostenere le persone LGBTI, ha avvertito che le minoranze che vengono spesso escluse in circostanze normali, tendono a soffrire ancora di più durante le crisi e ha esortato il governo ad aiutarle.
Matsunaka ha dichiarato“Comprendiamo che la massima priorità del governo sia proteggere la vita delle persone, ma vogliamo che tutelino anche il mondo LGBTI e ad altre persone che hanno seri problemi di privacy.” 

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Marzia Parmigiani

Fonte: Japan Times

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