“Healing Labor”: l’industria del sesso in Giappone
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Sesso in Giappone.
“Healing Labor”: l’industria del sesso in Giappone
Il Giappone è un paese meraviglioso e affascinante, soprattutto per noi occidentali.
Tuttavia, molte delle consuetudini, abitudini sociali, sfuggono ai più, se si “affronta” questo paese in un’ottica superficiale.
Noi di Traveltherapists – lo avete visto – amiamo approfondire la conoscenza del Paese del Sol Levante, cercando di svelare anche quello che non appare in superficie.
Per questo vogliamo parlarvi dell’industria del sesso in Giappone.
Il lavoro sessuale in Giappone è intrecciato in una cultura che mette le donne in svantaggio
Nel libro, “Healing Labor”, dell’antropologa Gabriele Koch, l’autrice svela la narrazione socialmente diffusa, relativa all’industria sessuale in Giappone.
La Koch ha passato quasi due anni a lavorare sul campo e ha riscontrato come il lavoro sessuale giapponese, sia intrecciato in una cultura ed un’economia, che spesso mette le donne in svantaggio.
Il libro di Gabriele Koch “Healing Labor: Japanese Sex Work in the Gendered Economy”, mescola conoscenza, con il lavoro di ascolto di un antropologo sul campo.
Oltre alle interviste con donne lavoratrici adulte nell’industria del sesso di Tokyo, inizia con un estratto di uno spettacolo televisivo giapponese registrato nel 2006 che potrebbe sorprendervi.
In Giappone, la legge consente legalmente di lavorare nell’industria del sesso.
In più, molte persone sono orgogliose di ciò che fanno e il settore le definisce “attività tradizionali giapponesi”.
La sorpresa è scoprire come l’industria del sesso sia più o meno accettata come “socialmente necessaria” in Giappone, poggiando su una lunga storia.
Nonostante ciò, le prostitute affrontano ancora diversa discriminazione.
Sia in Giappone che in molte parti del mondo, le persone spesso pensano che l’industria del sesso sia in qualche modo diversa dalle altre aree.
Con uno spirito avventuroso, Koch discute di una straordinaria gamma di servizi sessuali, con oltre 22.000 imprese legali che operano in Giappone.
Sesso in Giappone: l’industria del sesso si muove fra Soapland ed Escort
L’industria del sesso giapponese, si è spostata su un modello basato su escort, oltre ai saloni del sesso “soapland”.
Si tratta di locali tradizionali giapponesi dove si trovano prostitute, anche se ufficialmente vengono definiti luoghi in cui “si viene lavati” con il sapone, appunto.
Una delle offerte più popolari è deribari herusu (che letteralmente si traduce in “consegnare salute”), dove una prostituta viene ingaggiata tramite il web, per un incontro a casa o in hotel.
Iyashi: il concetto di guarigione maschile
Forse la parte più sorprendente e controversa del libro, è apprendere che le prostitute collegano il loro lavoro ad una “assistenza femminile” e alla guarigione maschile (iyashi), che credono riducano i crimini sessuali e servano a beneficio dell’economia.
Basato su una visione pragmatica dei bisogni sessuali degli uomini e su una cultura del lavoro nota per spingere i lavoratori a sfinirsi completamente, il rilascio sessuale presumibilmente aiuta a reintegrare la produttività maschile.
Naturalmente, questo tipo di pensiero è controverso, perché in quest’ottica il ruolo dell’industria del sesso in Giappone appare come fondamentale e inevitabile.
Gabriele Koch scrive che “in Giappone, la sessualità maschile è stata a lungo vista come qualcosa che dovrebbe essere gestito in modo da dirigere in modo produttivo l’energia degli uomini, sia al servizio dell’impero di guerra sia nel miracolo economico del Dopoguerra.”
Koch afferma che questo pensiero aiuta a perpetuare le disparità di genere.
Il senso dell’antropologia, è concentrarsi per capire come le persone diano un senso alle proprie esperienze.
Quindi, in Giappone, dato che la narrazione corrente assume che l’industria del sesso non sia sfruttatrice, pare logico che le prostitute si considerino come un contributo sociale positivo.
In Giappone molti lavori tradizionali riservati alle donne hanno salari bassi
Ciò fa sembrare il lavoro sessuale un’alternativa praticabile anche perché attualmente la condizione delle donne single giapponesi lavoratrici non è delle più rosee.
Inoltre mette in guardia dal vedere solo la vittimizzazione e l’abuso, quando si guarda all’industria del sesso.
“Le donne giapponesi impiegate nell’industria del sesso, tendono a trovare questi atteggiamenti offensivi, paternalistici e persino dannosi per i loro diritti”, afferma Koch.
Le donne incluse nello studio, hanno scoperto che il lavoro sessuale era un’opzione attraente.
Più redditizia e flessibile in un’economia laddove, come in molte parti del mondo, non esistono premesse egualitarie di carriera fra i generi, nella società.
Il libro che parla dell’industria del sesso in Giappone
Se volete approfondire, vi lasciamo il link del testo di Gabriele Koch su Amazon. Per adesso esiste solo in edizione inglese.
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