Human Library: quando si prendono in prestito le persone e non libri

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Human Library: quando si prendono in prestito le persone e non libri

Migliaia di anni fa, in Egitto, le biblioteche erano definite “Il tesoro dei rimedi dell’anima”.
Infatti, secondo l’antico popolo degli Egizi, i libri servivano a curare il peggiore dei mali: l’ignoranza.
Ma cosa succede quando il libro da leggere sono esseri umani in carne ed ossa?
Oggi vi parliamo della Human Library: quando si prendono in prestito le persone e non i libri secondo la filosofia “unjudge someone.”

Da tempo immemorabile, le biblioteche sono luoghi di apprendimento, stimolo umano e culturale

Il ruolo delle biblioteche, come centri per la diffusione del sapere è garantita dall’organizzazione, dalle infrastrutture, ma anche dalle competenze del personale, e l’ampiezza e la ricchezza che possiamo ritrovare nei loro cataloghi.

trump human library - fonte Instagram

Ronni Abergel e la nascita del progetto “Human Library”

Ebbene, forse non lo sapete, ma ormai 20 anni fa, è nato un progetto in cui i potenziali lettori, possono “prendere in prestito” le persone anziché i libri e “leggere le loro storie”.

Questo progetto si chiama Human Library ed è nato da un’idea di Ronni Abergel a Copenhagen, Danimarca.

ragazzo con piercing - fonte Instagram

La Human Library è l’idea di un gruppo di giovani come risposta ad un’aggressione mossa dal razzismo

Nel 1993, un amico del fondatore, fu vittima di un’aggressione razzista.
Il gruppo di giovani, convinto che la comprensione delle vite altrui fosse la premessa per la tolleranza verso il prossimo, creò l’associazione “Stop The Violence”.
In breve tempo, raggiunsero 30 mila adesioni in Danimarca, fra i giovani. 
Nel 2000, partecipando al festival di Roskilde, “Stop The Violence” fu creato il modello Human Library per mettere le persone di fronte ai loro pregiudizi.
L’obiettivo era anche offrire uno spazio protetto dove ospitare un dialogo rispettoso e aperto.
Dopo l’enorme successo, la Human Library è stata incoraggiata dal 2003, dal Consiglio d’Europa come un’ottima prassi e da quel momento, è stata esportata in tutto il mondo.
La prima Human Library permanente è stata creata a Lismore, Australia nel 2006.
donna islamica con velo human library - fonte Instagram

La rivisitazione del concetto “vivere le vite degli altri”

Solitamente si legge un libro per la sensazione di entrare in scenari nuovi e nella vita di altri personaggi.
Grazie alla fantasia, si visitano luoghi fantastici o sconosciuti e si incontrano persone suggestive; spesso si vivono esperienze non familiari.
Il progetto Human Library deriva proprio dalla rivisitazione del concetto di vivere le vite altrui.

femminista human library - fonte Instagram

Nella Human Library i libri sono le persone

In questa “biblioteca umana”, i libri sono persone che raccontano le loro esperienze peculiari e speciali.

Alcuni titoli, a volte provocatori, possono essere “migrante africano”, “ragazza trans”, “donna musulmana con velo” o “disabile in carrozzina”.

ragazza asiatica - fonte Instagram

Human Library: un catalogo ampio e in divenire

La Human Library consente di dialogare per mezz’ora con la persona (libro) scelta. 

Chi sono i libri umani?

I libri umani sono individui consapevoli della loro appartenenza a minoranze soggette a stereotipi e pregiudizi.
I libri della Human Library, sono persone desiderose di scardinare lo stigma ed i preconcetti, rendendosi disponibili a discutere le proprie esperienze e i propri valori con altri.

Fra i vari titoli a disposizione: tossicodipendenti, disoccupati, veterani, prostitute, genitori single, persone affette da disturbi psichiatrico e da autismo. E ancora, poliamorosi, naturisti, vittime di abusi e di violenze, clochard, sieropositivi, appassionati di body modification estrema.

L’obiettivo è la celebrazione della diversità e la promozione dell’uguaglianza.

Il riconoscimento delle differenze, etnie, percorso di vita, disabilità, orientamento sessuale e caratteristiche varie che possono essere stigmatizzate, serve a cambiare la prospettiva del lettore /fruitore.

Alla Human Library ci si può proporre anche come libri nuovi da mettere in catalogo. 
donna guarita dal cancro - fonte Instagram

L’ipotesi del contatto consente la rielaborazione del pregiudizio verso il diverso

Altrove, abbiamo parlato come l’ipotesi del contatto, serva per l’abbattimento dei pregiudizi.
Prendere “in prestito” un altro essere umano, in una cornice conversazionale sicura e rispettosa, ha il potenziale di ridurre i pregiudizi, far cadere gli stereotipi e lo stigma che sono la benzina della discriminazione verso il prossimo.

Human library - fonte Instagram

Come funziona la Human Library?

Dal primo evento de 2000 a Copenhagen, l’Organizzazione delle Human Library, fondata da Ronni Abergel, è riconosciuta a livello internazionale con oltre 80 biblioteche in870 paesi diversi.
Le persone che si prestano ad essere libri, sono volontari che rispondono a domande pertinenti, ma che possono anche non replicare.
Tuttavia, siccome è fondamentale il dialogo, si cerca di non trasformare la conversazione in narrazione personale e basta.
Uomo di spalle - fonte Instagram

L’errore di giudicare un libro dalla copertina

La Human Library è un progetto in cui capirete davvero quanto sia fuorviante “giudicare un libro dalla copertina”, quindi gli esseri umani dalle apparenze.
Ad oggi, l’organizzazione è attiva in 80 differenti nazioni.
Alcune biblioteche umane, come in Australia e Corea del Sud, sono permanenti.
Sia i lettori che i libri umani intervistati, hanno descritto l’esperienza della Human Library di grande impatto e con la capacità di arricchire in modo significativo il loro bagaglio di umanità.
Se volete altre info, consultate il sito ufficiale, cliccando qui.
Marzia Parmigiani
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