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Rituali Cammino di Santiago.
I rituali di liberazione sul Cammino di Santiago
Il Cammino di Santiago è un’esperienza di viaggio particolare, dalla forte valenza simbolica.
Sul piano psicologico, questo percorso di circa 900 chilometri, obbliga chi lo compie a scoprire nuove parti di sé e a mettersi di fronte ad uno specchio.
Il riflesso che ne deriva, può rimandarci un’immagine molto differente da quella che pensavamo di noi stessi.
Noi di Traveltherapists, abbiamo recentemente esplorato altrove motivazioni, emozioni e conseguenze che questa esperienza porta nella vita di una persona.
Se vuoi approfondire puoi leggere:
Il Cammino di Santiago: un viaggio terapeutico
Sul percorso del Cammino, troverete due località particolari: oltre ad essere luoghi suggestivi e spettacolari, fungono da scenario per un vero e proprio rito di “catarsi”.
Rituali Cammino di Santiago: di cosa si tratta?
Il padre della Psicoanalisi, Sigmund Freud, definì la catarsi come lo strumento per far emergere i conflitti irrisolti.
Ciò si realizzava tramite ipnosi e terapia.
I nuclei negativi venivano portati in superficie ed una volta elaborati, risolti.
In sintesi, non solo la Psicoanalisi, ma anche la Psicologia, identificano la catarsi come un processo tramite il quale la mente può purificarsi dalle emozioni opprimenti e a risolvere i conflitti che creano malessere.
Così, attraverso la catarsi, tristezza, rabbia e tutti gli stati emotivi che ci tolgono energie, lasciano spazio ad una mente più equilibrata a serena.
Il termine “catarsi” però è attribuibile ad Aristotele, a descrivere il fine ultimo della rappresentazione della tragedia greca: la purificazione delle emozioni negative, attraverso l’interpretazione di personaggi nei quali il pubblico si identifica e immedesima.
Sul Cammino di Santiago, il pellegrino ha la possibilità di tentare di spostare al di fuori di sé queste emozioni negative. Ciò viene fatto in luoghi particolari, ai quali viene conferito un determinato potere mistico: lo stesso pellegrino, attraverso una serie di azioni specifiche, dette rituali, tenta di innescare un meccanismo catartico di purificazione.
I riti di liberazione sul Cammino: dal mito di Sisifo alla Catarsi
Da tempi davvero remoti, il Cammino è punteggiato da riti di liberazione ed espiazione dalla forte valenza mistica, spirituale e religiosa.
La rappresentazione simbolica del peccato da espiare, o del peso delle emozioni da portare tramite le pietre, non è di certo un’invenzione recente.
Alcuni ricorderanno la “Fatica di Sisifo”, mito greco nel quale un uomo non meritevole, viene condannato a portare un enorme masso fino alla cima di una montagna, per poi vederlo ruzzolare a valle e dover ricominciare daccapo la salita, in eterno.
Abbiamo chiarito inoltre già come nel teatro greco, Aristotele concedesse possibilità di risoluzione dei conflitti interiori, attraverso il trasferirsi idealmente nei panni del personaggio, da parte dello spettatore.
Questo processo è detto appunto, Catarsi.
Sul Cammino di Santiago, riti anticamente ispirati dal Cristianesimo e dalla devozione a San Giacomo (Santiago de Compostela), negli anni sono divenuti anche altro.
Infatti con il passare del tempo e l’evoluzione della società, si è realizzata una messa in discussione della dimensione religiosa.
In concomitanza a ciò, ne è derivata una progressiva emersione della dimensione spirituale propriamente detta.
Questo ha permesso che rituali fortemente religiosi, continuassero con nuove connotazioni simboliche e francamente mistiche.
Vediamo assieme nel dettaglio i luoghi dei rituali di liberazione del cammino di Santiago: la Cruz de Hierro e Finisterre.
Rituali Cammino di Santiago: la Cruz de Hierro
A circa 5 km da Foncebadón e a quasi 250 km dalla città di Santiago de Compostela, si trova la Cruz de Hierro.
Questo suggestivo luogo, si trova nei Montes de Léon ed è una tappa fondamentale del Cammino di Santiago.
La Cruz de Hierro, è costituita da un lungo palo con una croce in cima. Alla base di questa, c’è una vera e propria pietraia
Simbolicamente, in questo luogo si compie un rituale al quale difficilmente i pellegrini si sottraggono.
Rituali Cammino di Santiago: la simbologia delle pietre
Dall’inizio del loro cammino, le persone portano con sé una o più pietre.
La grandezza di queste, dipende dai peccati che si sente di dover espiare e dei quali ci si desidera liberare.
Dopo il “sacrificio” del trasporto del peso di questi sassi dall’inizio, fino alla Cruz de Hierro, queste pietre vengono poggiate sulla pietraia che sostiene la croce.
Il rituale non si è fermato a questo: nel tempo le persone hanno cominciato anche a lasciare altri oggetti come fogli con preghiere, bandiere, fotografie e ogni tipo di oggetto personale.
Infatti qui molti pellegrini arrivano anche “chiedendo” qualcosa.
Alcuni pregano per la guarigione di un familiare, o la pace interiore, dopo un lutto.
Potremmo fare infiniti esempi, tanti quanti sono i pellegrini.
Altri invece, lasciano qualcos’altro di personale, a connotare simbolicamente la fine di un ciclo esistenziale.
Una cosa è certa.
In questo luogo, l’energia di tutte le storie che vi sono passate, si fa tangibile ed è impossibile non percepirla.
Vi consigliamo di arrivare a piedi da Foncebadón, a fine nottata e di gustare l’aurora e l’alba che vi regaleranno un’esperienza unica.
Duemila anni fa, al posto della Cruz de Hierro, esisteva un tempio pagano dei devoti a Mercurio, il protettore dei cammini.
La Cruz de Hierro è posta a circa 1500 m.
Si tratta del punto più alto del Cammino di Santiago francese.
Proseguendo dalla croce si arriva a Ponferrada: nel XII secolo era uno dei luoghi di presidio dei Templari nella penisola iberica.
Finisterre (Cabo Fisterra)
Sappiamo che il traguardo di Santiago de Compostela è considerata convenzionalmente la conclusione della parte religiosa del Cammino.
Diversi pellegrini però non si fermano qui, ma preferiscono raggiungere un’altra tappa dalla forte e antica valenza: raggiungere Cabo Fisterra” in Galizia.
Questo è il luogo detto “Finis Terrae” che significa “fine della terra”.
L’origine del cammino verso Cabo Fisterra è certamente pagano, legato inoltre alla tradizione celtica.
Questo percorso, ci consentirà di gustare ed ammirare ulteriori scenari, spiagge e luoghi incantevoli, della suggestiva costa galiziana.
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Rituali Cammino di Santiago: il rito dell’Oceano
Durante il medioevo, la tradizione voleva che gli antichi pellegrini, dopo aver raggiunto Santiago de Compostela e pregato sulla tomba del Santo, facessero un particolare rito.
Questo consisteva in una purificazione: i pellegrini dovevano lavarsi nell’acqua fredda dell’Oceano Atlantico.
Successivamente, dovevano bruciare gli abiti portati durante il cammino e contemplare il tramonto nel punto più ad Ovest della costa d’Europa, appunto, Fisterra.
Qui si trova il faro di Finisterre e la pietra miliare del chilometro zero del cammino di Santiago.
In realtà il punto più a Occidente d’Europa è il Cabo da Roca, in Portogallo.
Finisterre è inoltre il luogo dove anticamente i pellegrini raccoglievano fra la sabbia delle spiagge la “Concha de Santiago” (Conchiglia di Santiago).
Questa, era considerata la testimonianza per il mondo intero e per sé stessi, di aver intrapreso e concluso el Camino de Santiago.
E’ possibile qui avere anche l’ulteriore certificato detto “La Fisterrana”.
Presso l’albergue de Fisterra, infatti, potrete avere il prestigioso timbro a testimonianza di aver percorso il cammino da Santiago fino a Cabo Fisterra e quindi, quella che originariamente veniva considerata la fine del mondo.
Finisterre oggi
Noi di Traveltherapists, abbiamo uno sguardo particolare sull’ambiente e ci dispiace dover segnalare che a Finisterre si stia consumando un vero e proprio disastro ambientale.
Pellegrini che bruciano ogni genere di tessuto tecnico, scarponi di gomma, etc. Gente che abbandona di tutto. In alcuni punti, è oramai una discarica a cielo aperto.
E’ necessario un cambio di coscienza e di comportamento perché Cabo Fisterra è un posto prezioso per tutta l’umanità.
La ritualità è importante, ma non è necessario inquinare per realizzarla. Vi preghiamo di tenerne conto, se avrete la fortuna ed il privilegio di potere visitare questo magico luogo della Galizia.
Marzia Parmigiani
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