Traveltherapists su ViverSani e Belli: i benefici psicologici del viaggio

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Intervista Traveltherapists ViverSani e Belli Psicologia del viaggio.

Traveltherapists su ViverSani e Belli: i benefici psicologici del viaggio

Il mese di luglio 2022 è stato particolarmente fruttuoso per noi di Traveltherapists. Infatti, la popolare rivista dedicata al benessere psicofisico ViverSani e Belli, ci ha individuato come interlocutrici utili per parlare dei benefici psicologici del viaggio.

Questo grazie al nostro impegno nel divulgare i temi della travel therapy  negli anni.

Nell’intervista uscita l’8 luglio 2022, Marzia Parmigiani ed Elina Sindoni, parlano di Travel Therapy, Mindfulness e di come viaggiare possa realmente cambiare la prospettiva più ampia di vita del soggetto, il viaggiatore stesso.

In passato abbiamo dedicato molti contenuti alla psicologia del viaggio. Come nell’articolo immagini dal giorno in cui finirà la pandemia o quando abbiamo sognato in torneremo a viaggiare.

E ancora, come il viaggio sia letteralmente incluso nel DNA delle persone e quanto sia fraintesa la sindrome di Wanderlust e utilizzata in senso positivo, sebbene sia una vera e propria condizione patologica.

Ringraziamo l’intero staff di ViverSani e Belli, per l’opportunità che ci ha donato.

Di seguito mettiamo a disposizione il testo integrale dell’intervista Traveltherapists ViverSani e Belli sulla Psicologia del viaggio!

copertina viversani e belli 8 luglio 2022

La copertina del numero di ViverSani e Belli contenente la nostra intervista.

1. Intervista Traveltherapists ViverSani e Belli sulla Psicologia del viaggio: i viaggi possono realmente cambiarci? In che modo?

Hai presente quando si dice che un viaggio inizia ancora prima di farlo, già da quando si comincia a immaginarlo e sognarlo? Non bisogna pensare solo a viaggi avventurosi, lunghi mesi, dall’altra parte del mondo.

Ogni forma di viaggio è un’esperienza multisensoriale che chiama in causa emozioni, sensazioni, pensieri e abilità diverse. Tutte le esperienze nuove che facciamo, portano con sé cambiamento.

Viaggiare serve ad allontanarsi dalla routine intesa come prospettiva abituale e consente di osservare la realtà a distanza. Ciò, dando spunti diversi non solo su sé stessi, ma anche sulle cose che abbiamo attorno.
Più allarghiamo questa lente, più siamo consapevoli non solo del mondo, ma anche di noi stessi, di ciò che siamo e di ciò che desideriamo.
Alcune persone sono infelici e non trovano la serenità, perché non sono in ascolto sincero con le proprie reali esigenze.
Tramite il viaggio si entra naturalmente in maggior contatto con sé stessi e ci si allinea spontaneamente al proprio benessere psicofisico.
Quindi, il viaggio in questo senso non è più solo una fuga dalla vita di tutti i giorni. Ma uno strumento con la possibilità potenziale di guadagnare serenità interiore.

la travel therapy intesa come self empowerment frammento intervista marzia parmigiani viversani e belli travelpsych

Frammento dell’intervista di Traveltherapists

2. Voi parlate di travel therapy: in che senso viaggiare è curativo?

John Steinbeck il fondatore della Travel Therapy ha detto che “Le persone non fanno i viaggi, sono i viaggi che fanno le persone”.
Da questo punto di vista, la Travel Therapy è un modello psicologico che rende l’esperienza del viaggio un elemento cruciale di crescita personale.
Il viaggio in questo approccio diventa un’esperienza altamente formativa e di self empowerment. Infatti nel viaggio sono condensate una moltitudine di nuove esperienze. Sono aspetti in grado di rivelare parti di noi che non conoscevamo.
In viaggio, le persone sono “obbligate” a mettersi in gioco al di fuori della loro zona di comfort.

E quindi viaggiare diventa curativo quando non si “stacca la spina”. Ma quando la “si inserisce”, per acquisire una maggiore consapevolezza e conoscenza di sé.

marzia parmigiani psicologa con in mano una copia di viversani e belli intervista traveltherapists

Marzia Parmigiani con il numero di ViverSani e belli con l’intervista dedicata alla travel therapy.

3. Intervista Traveltherapists ViverSani e Belli sulla Psicologia del viaggio. Come trarre il massimo da questa esperienza? Che cosa consigliate di fare?

Una delle cose da tenere sempre a mente, per avere il meglio dall’esperienza del viaggio è focalizzarsi sempre sul momento, sul qui ed ora.

Se vi trovate su una spiaggia al tramonto, focalizzatevi sulle sensazioni che arrivano alla pelle, su ciò che vedete e ciò che ascoltate.
Fate il pieno di quello che state vivendo.

Sì all’organizzazione del viaggio, ma lasciate spazio all’improvvisazione. Esiste un concetto che si chiama Serendipity, che significa scoprire cose belle casualmente, ma anche trovare una cosa imprevista, mentre si cercava altro.

Come molti di voi, amiamo rilassarci in spiaggia o visitare città. Ma le migliori scoperte in viaggio le abbiamo fatte perdendoci fra le stradine, oppure scambiando conversazioni inaspettate con la gente del posto in modo casuale.

intestazione intervista traveltherapists viversani e belli travelpsych

Marzia Parmigiani ed Elina Sindoni in un frammento dell’intervista sulla psicologia del viaggio.

4. Come godere degli effetti benefici anche al rientro?

Quando si rientra da un viaggio, si porta con sé un inconfondibile bagliore negli occhi.
Tuttavia, una volta rientrati a casa, spesso si ha la sensazione che la routine riesca rapidamente a sottrarre quel benessere acquisito durante le vacanze.
Per trattenere la sensazione positiva, le persone comprano dei souvenir. Magari un soprammobile che rievochi la vacanza, ma spesso non basta.
Per esempio, quando siamo tornate da Tokyo in piena pandemia, abbiamo fin da subito sentito nostalgia del Giappone.
Per questo motivo, oltre al supporto della nostra community “Il Mio Viaggio in Giappone” – con la quale abbiamo condiviso foto e video – ci siamo chieste se ci fossero altri modi. Altri metodi per far sì che gli effetti benefici dei viaggi potessero durare più a lungo.

Ebbene, da un punto di vista psicologico per mantenere le emozioni positive del viaggio passato, è molto utile pianificare e sognare altri viaggi, guardando foto dei luoghi che intendete visitare o leggere guide.

In effetti, le “fantasie” anticipatorie attivano processi neuropsicologici in grado di apportare benessere alla nostra mente.
Inoltre, ricordare un viaggio, anche molto tempo dopo la fine, può portare profondo piacere al presente.

Sfogliare foto o guardare video aiutano a rivivere l’esperienza positiva e la gioia provata in viaggio.

 

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5. Intervista Traveltherapists ViverSani e Belli sulla Psicologia del viaggio. Perché ci sono persone che non riescono mai a staccare davvero? E altre che non riescono nemmeno a partire?

Molte persone si sforzano di partire, ma non riescono a svagarsi. Questo perché vivono costantemente nel passato rimuginando su pensieri negativi e su eventi che hanno arrecato sofferenza, oppure sono costantemente proiettate nel futuro.
In sintesi, non si godono il viaggio. Già pensano alle incombenze e i problemi che hanno lasciato a casa.

Si concentrano su ciò che dovranno affrontare al rientro, provando ansia se non angoscia.

Ancora una volta, è essenziale focalizzarsi sul presente. Esistono degli esercizi da fare per correggere questa modalità nociva per la mente e arrivare a prendere il meglio da tutto il nostro presente e non solo dal viaggio.
Altre persone, invece, non riescono nemmeno a partire perché pensano di non poterselo concedere in termini economici o per senso del dovere.

Spesso, inconsciamente, si tratta solo di una paura inconscia di trovarsi di fronte all’ignoto e al nuovo.

In fondo, la routine anche se percepita come stressante o negativa è conosciuta. E paradossalmente crea meno ansia di un’esperienza nuova come il viaggio, anche se potenzialmente potrebbe rivelarsi positiva.

pagina rivista viversani e belli con intervista marzia parmigiani elina sindoni traveltherapists travel therapy travelpsych

Alcune domande dell’intervista ViverSani e Belli a Traveltherapists

6. Perché viaggiare è bello?

Viaggiare è bello perché apre nuove prospettive e ci fa scoprire realtà diverse dalla nostra. Ma anche perché ha la potenzialità di cambiare la vita delle persone, come nel nostro caso.

Se non avessimo scelto di viaggiare per il mondo, in particolare verso il Giappone, non avremmo conosciuto altre opzioni di vita. E non avremmo creato il progetto per cui stiamo lavorando “Il Mio Viaggio In Giappone” e “Traveltherapists” che ci stanno dando tante soddisfazioni.

Il viaggio libera dallo stress e dalla tensione e migliora il benessere psicofisico. Aiuta a ridurre i pregiudizi e ad avvicinare le culture fra loro, ampliando la visione del mondo scoprendo nuovi luoghi e incontrando persone diverse.

Insomma, ci fa sentire parte di un mondo che nonostante le tragedie umane e tutta la complessità attuale, continua ad essere meraviglioso.

 

Marzia Parmigiani & Elina Sindoni

 

 

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Quale è il significato psicologico del viaggio?

 Il significato psicologico del viaggio trova la sua piena realizzazione nella messa in discussione personale, nella prospettiva di autorealizzazione che si concretizza tramite l’uscita dalla zona di comfort. La diretta conseguenza è un processo di self-empowerment. In altre parole, i benefici del viaggio, permettono l’esportazione del benessere potenzialmente avuto dall’esperienza vissuta altrove, nella vita di tutti i giorni.

  

Quale è l’insegnamento del viaggio?

 Il viaggio nell’ottica della Psicologia del Viaggio, diventa un’esperienza profondamente formativa e di self-empowerment. Infatti nel viaggio sono concentrate un’infinità di nuove esperienze e sfide. Si tratta di aspetti che possono rivelare e sbloccare parti e risorse personali nuove e sconosciute.

Questo poiché in viaggio, ognuno di noi è obbligato a mettersi in gioco e ad uscire dalla propria zona di comfort.

In questa accezione, viaggiare diventa curativo non quando si “stacca la spina”, ma quando la “si inserisce”. Questa presa di consapevolezza nel viaggio, è fondamentale per il benessere psicofisico.

Altri effetti derivanti sono un miglioramento dell’umore, una facilitazione dell’apprendimento e la promozione di abilità cognitive sofisticate e complesse, come il problem solving.

Come prendere il meglio da un viaggio?

Per avere il meglio dall’esperienza del viaggio è necessario provare a mettere a fuoco il momento, concentrandosi sul qui ed ora.

Se vi trovate sulla cima di una montagna all’alba, provate a concentrarvi su ciò che provate attraverso i diversi canali sensoriali e non solo su ciò che arriva sulla pelle, bensì ciò che vedete, ascoltate, assaporate sulle labbra. Il viaggio è un’esperienza multisensoriale e prendere il meglio significa fare il pieno di ciò che state vivendo.

Il concetto di Serendipity è particolarmente efficace quando si parla di benefici del viaggio, poiché significa scoprire cose belle accidentalmente, così come trovare qualcosa di imprevisto, mentre si cercava qualcos’altro. Così si fanno le migliori scoperte in viaggio.

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