La cultura dell’acqua della Transilvania

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La cultura dell’acqua della Transilvania

La Transilvania è una vasta fascia della Romania centrale e occidentale: è un territorio montuoso con paesaggi romantici. Le sue antiche città sono vivaci e ben conservate, la sua storia etnica e politica, ricca e complessa. Una delle cose più  caratteristiche di questa zona, è di certo la cultura dell’acqua della Transilvania. Tutti sappiamo però che quando questa regione viene menzionata, si pensa immediatamente a qualcosa in particolare: Dracula. In questo articolo, noi di Traveltherapists, vogliamo farvi scoprire un luogo a sé stante, cercando di uscire dai cliché legati al mondo leggendario, del vampiro per eccellenza.

                        Statua di Vlad

Brasov

Brasov è la base di partenza tradizionale per le visite a due castelli nella regione: Bran e Peles.  Non potrebbero essere più diversi.

                                 Brasov

Castello di Bran

Il Castello di Bran è probabilmente il luogo più turistico della Transilvania grazie ai suoi collegamenti (assolutamente dubbi) con Dracula, sia  per i dati storici che per quelli più fantasiosi. Arroccato quasi in modo precario sul fianco di una collina, il castello, che un tempo serviva da quartier generale per i pedaggi e da postazione di difesa contro gli aggressori ottomani, sembra davvero il tipo di posto in cui un vampiro avrebbe potuto vivere.
In effetti, questo luogo è stata utilizzato come residenza dalla famiglia reale rumena, prima che venisse conquistata dal governo comunista: le decorazioni che lo contraddistinguono, vengono in gran parte da quel periodo.

Castello di Peles

Il castello di Peles è un’esperienza completamente diversa e assolutamente più sbalorditiva. Costruito dal re Carol I come residenza estiva a partire dal 1873, le sue sontuose sale sono piene di dettagli infinitamente decorati, come una Versailles del XIX secolo. Diverse stanze sono a tema arabo e turco. Il re Carol I, vantava una incredibile collezione europea di armi: spade, asce di battaglia, pistole. E’ esposta in tutto il suo eccesso, in una sala. Spesso qui vengono fatte rievocazioni storiche, esibizioni di uomini in armatura, che rendono felici gli amanti del medioevo.
In una stanza adiacente, si trova la collezione di armi ottomane e persiane.

                      Castello di Peles

Sighisoara

Sighisoara, si trova a meno di tre ore da Brasov in treno. E’ un piccolo gioiello, una vera città medievale, con case dal XVI al XVIII secolo, ancora in gran parte abitate. Le mura della città sono sorvegliate da torri di guardia, ognuna dedicata ad una diversa corporazione di artigiani storici: sarti, conciatori, calzolai, pelliccerie, fabbricanti di corde. Ma la torre dell’orologio è la vera attrazione da favola. Costruita per la prima volta nel XIII e XIV secolo; un tetto barocco fu aggiunto nel XVII secolo, insieme al suo elemento più affascinante: Si tratta di sette figure basate su divinità greche e romane che ruotano ogni giorno della settimana. Dal belvedere in alto, potrete ammirare una straordinaria vista a 360 gradi della città.

     Sighisoara

Suggestivi Carpazi

Al di fuori della città, i pittoreschi villaggi dei Carpazi. Molti dei quali punteggiati da imponenti chiese sassoni fortificate. La popolazione sassone, che un tempo dominava molti dei villaggi, da allora è stata in gran parte evacuata in Germania, sostituita da rumeni, ungheresi e rom: i tre più grandi gruppi etnici in Transilvania oggi.

                           Chiesa sassone

Cosa mangiare in Transilvania, Romania?

La ciorba de burta, è una zuppa di trippa a base di crema che è ricca, onnipresente ed economica in questa zona. Molto gustosi sono i  mititei o mici (polpette di carne macinata alla griglia), pane a cascata (impanato con formaggio fritto) e il grande dessert rumeno di papanasi (ciambelle calde, condite con panna acida e marmellata di ribes). Altri piatti tipici sono la Musacà (carne di maiale tritata e speziata) e la Tochitura, un piatto “leggero” a base di aglio, polenta, formaggio di pecora e carne di maiale. In Romania trovate anche una grande quantità di insaccati e formaggi da gustare, nonché ottime birre.

La Transilvania e le sorgenti d’acqua

Pochi conoscono la Transilvania, come il luogo che ha nella sua cultura, una parte antica legata all’acqua. Questa scorre dalle montagne vulcaniche vicine e si riversa nelle sorgenti. Nel migliore dei casi, è fresca, chiara e freddissima, con un ricco sapore di minerali. Nel peggiore dei casi, può rapidamente sviluppare un cattivo odore e macchiare tutto di arancione. Gli abitanti si vantano delle proprietà curative di queste sorgenti.

Baile Homorod

L’acqua naturalmente frizzante viene lentamente filtrata attraverso strati e strati di roccia vulcanica, che la rendono cristallina e unica. In villaggi come Baile Homorod, costellato di cottage, ed un’unica pista da sci nella regione più orientale dell’ex impero austro-ungarico, i residenti speravano in passato, di monetizzare le sorgenti, trasformando la regione in una sorta di Svizzera orientale.

Lo svanire di un sogno

Quel sogno è svanito a causa della guerra, della politica e dei fallimenti economici.
Dopo la prima guerra mondiale, l’impero è crollato e l’industria della balneoterapia (l’idea della guarigione naturale, basata su terapie come i bagni caldi e freddi) alla fine è passata di moda. La fine della seconda guerra mondiale, portò il comunismo e la maggior parte delle terme e dei resort privati, ​​furono nazionalizzati, chiusi, o gestiti male sotto i funzionari statali.

Il regime di Ceausescu

La Romania comunista era in ritardo per investire nel turismo e non si concentrava sulle montagne, ma sulla costa del Mar Nero. Negli anni Ottanta, il regime repressivo del dittatore Nicolae Ceausescu, insieme alla crescente povertà, rese il paese una destinazione austera e poco attraente per i turisti stranieri.
Ma i ricordi della “cultura dell’acqua” sono ovunque nella regione della Transilvania. Ville a graticcio di antiche città termali, piscine di legno in ambienti incontaminati, utilizzati dagli abitanti dei villaggi e padiglioni lungo la strada, che proteggono le sorgenti.

Ceasusescu. Fonte: www.anordestdiche.com

Riti antichi

L’acqua minerale è profondamente radicata nella cultura e nella mitologia locali. È una delle cose che più i rumeni amano bere, pubblicizzata su cartelloni pubblicitari e televisione. La maggior parte dei negozi vendono varietà locali, frizzanti e delicate, accanto a marchi di fama internazionale.
Anche l’acqua fa parte di molti antichi riti locali: il lunedì di Pasqua in alcuni villaggi, i giovani visitano le ragazze per “cospargerle” con acqua ghiacciata, un rito per auspicare la giovinezza e la fertilità.
Al giorno d’oggi, le famose sorgenti pubblicano la composizione chimica dell’acqua per calmare i timori dei visitatori relativamente ad eventuali effetti negativi.
Per i residenti delle comunità agricole povere e isolate, le sorgenti montane sono un lusso. Molti bevono l’acqua minerale, invece dell’acqua di rubinetto, di cui non si fidano a causa dei ricordi troppo recenti della vita sotto Ceausescu.

L’acqua, dono raro in passato

Negli anni Ottanta e nei primi anni Novanta, l’acqua del rubinetto era una merce rara in molte parti del paese poiché la nazione si stava riprendendo da decenni di estrema austerità. Nient’altro che un sibilo vuoto e alcune gocce scorrevano dal rubinetto per gran parte della giornata. L’approvvigionamento idrico è ancora inaffidabile in alcuni luoghi: nell’estate del 2018, ad esempio, i rubinetti di Bacau, una città di 200.000 abitanti, sono rimasti asciutti per cinque giorni a causa di un problema tecnico.

La sopravvivenza di una cultura dell’acqua

Tuttavia, le sorgenti hanno resistito, perché i residenti intraprendenti hanno combattuto per la sopravvivenza della loro cultura dell’acqua, collaborando per pulire le fontane trascurate.
A Barzava, un villaggio che si trova su un altopiano vicino alla capitale regionale, Miercurea Ciuc, gli abitanti del villaggio hanno rinnovato la vecchia “spa dei contadini”. Appena fuori dalla stessa Miercurea Ciuc, un paio di piscine di cemento riempite con acqua color ambra, si ergono come improbabili sopravvissute di una lunga era passata.
La cultura dell’acqua della Transilvania continua a tramandarsi.
I rituali lungo la strada intorno all’acqua che scorre, hanno resistito.

Un treno pieno di patate

A Tusnad, un villaggio agricolo, esiste un museo locale di acqua minerale: un’unica stanza circolare con vecchie bottiglie, etichette e altri cimeli.
La porta accanto è la fonte, con acqua leggermente frizzante che scorre da due rubinetti che spuntano da una statua lignea di un gufo. Tusnad pagò i diritti di perforazione inviando alle autorità centrali di Bucarest un treno carico di patate, il raccolto principale in questa regione montuosa. L’acqua scorre dagli anni Cinquanta, ininterrottamente, contaminando i rubinetti di un giallo ruggine.
I viaggiatori si fermano nel loro cammino attraverso Tusnad per bere o per portare l’acqua a casa. La tradizionale e la cultura dell’acqua in Transilvania, resistono nel tempo.
Marzia Parmigiani
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