La Parigi alternativa a piedi

Tempo di lettura: 5 minuti

La Parigi alternativa a piedi

Un viaggio lungo il perimetro di Parigi, esplorando i quartieri ben lontani dai percorsi turistici, rivela una città al tempo stesso familiare, eppure sorprendentemente nuova.
Spesso nei blog di viaggio, si trovano diversi articoli sulla capitale francese, solitamente concentrati sugli stessi scenari più turistici. Con questo articolo, ma anche con gli altri dedicati a Parigi, noi di Traveltherapists, speriamo di offrirvi una prospettiva alternativa e differente.

Esplorare a piedi

Non molto tempo fa, abbiamo trascorso una settimana camminando per Parigi.
Questa volta, non abbiamo visitato il Quartiere Latino, il Marais o Montparnasse. Abbiamo saltato a piedi pari il Louvre, il Musée d’Orsay e la Torre Eiffel. Abbiamo attraversato più volte il fiume, lungo ponti non famosi. Se volete approfondire, clicca qui.
Complessivamente, abbiamo percorso circa 70 km con camminate che ci hanno portato nei sobborghi e nelle parti esterne della città vera e propria.
Durante sei giorni di vagabondaggio, sotto cieli miracolosamente senza nuvole (era lo scorso maggio), abbiamo visto una Parigi familiare con le brasserie, le panetterie con i loro aromi e le chiacchiere mattutine, ma anche sorprendentemente nuova. Un vasto e disordinato agglomerato urbano, che ospita la grande maggioranza dei 10 milioni di residenti della città metropolitana di Parigi.
Abbiamo tracciato un percorso a forma libera, in una città che in qualche modo, aveva smesso di sorprenderci. Ci siamo rese conto che Parigi sta attraversando grossi cambiamenti. Di fatto, è in atto uno sforzo estensivo per ridisegnare i confini politici, sociali e culturali della città.

Boulevard Péripherique

Chiunque abbia preso un bus o un taxi per la città dall’aeroporto, ha assistito alla manifestazione fisica di quella logica: la tangenziale multi-linea intasata, nota come Boulevard Périphérique, che, negli anni ’70, ha sostituito le ultime vestigia dei Thiers di Parigi del XIX secolo. All’interno del Périph risiedono i pittoreschi splendori della Ville Lumière. All’esterno: le banlieue. Questi, sono i noti sobborghi. Progetti abitativi discutibili, negozi di kebab economici, culla dell’integralismo e dei disordini sociali.
O almeno così è nell’immaginario delle persone.
La realtà è più complicata, ovviamente.

La periferia di Parigi

La periferia di Parigi è affascinante e variegata: siti industriali riqualificati, baluardi ristrutturati di conforto borghese. Ci sono imponenti palazzoni, ma anche parchi, lungo una linea ferroviaria in disuso, recuperata come via pedonale. Si trovano spazi che avrebbero potuto appartenere a un villaggio della Francia rurale.
Apprezzare ciò che è popolarmente nota come La métropole du Grand Paris (Grande Parigi), con un doppio significato altrettanto speranzoso, è diventato a dir poco una missione per un numero crescente di funzionari pubblici e attivisti. I più zelanti tra loro sono Renaud Charles e Vianney Delourme, fondatori del sito Web  “Enlarge Your Paris“, il cui slogan è “Le site qui vous fait oublier le Périph” (“Il sito che  ti fa dimenticare il Périph ”).

Scoperte inaspettate

Ci siamo imbattute in una serie di scoperte, praticamente tutte facilmente accessibili con la metropolitana o il tram, per coloro che non sono interessati solo a camminare. Abbiamo scovato una band jazz in un’immensa ex fabbrica di marmo: un locale zeppo di hipster francesi che bevevano una IPA americana. Abbiamo ammirato meravigliate, alcuni degli edifici industriali più belli che avessimo mai visto. Una sera abbiamo cenato a base di filetto squisitamente affogato in un sugo di melanzane con piselli. Abbiamo visitato un museo retrò, pieno di eleganti mobili degli anni Trenta.

HBM e HLM

Al di là dei Boulevards des Maréchaux (l’anello interno di strade di superficie che segnano i limiti della Parigi che molti visitatori conoscono) le file uniformi di edifici dell’era haussman, lasciano il posto a diversi stili ed epoche. Dagli HBM in mattoni arancioni (“Habitations à Bon Marché”) erette vicino ai confini della città negli anni Venti e Trenta come abitazioni a prezzi accessibili, ora non convenienti a causa delle speculazioni, troverete i megalitici progetti abitativi del dopoguerra noti come HLM (“Habitations à Loyer Modéré”). Questi ultimi, rappresentano l’eredità estetica più visibile, se non la più amata, dell’architetto e urbanista Le Corbusier. Le visioni dell’architetto, rispetto la vita collettiva, perseguitano le aree esterne di Parigi, come fantasmi prefabbricati in cemento.

Basilique Cathédrale de Saint-Denis

Certamente, chiese pittoresche e altri gioielli del patrimonio storico francese possono essere trovati fuori dal centro di Parigi, anche se sono sempre meno numerosi. Sul vasto sagrato della Basilique Cathédrale de Saint-Denis, si trova una sorta di mercato, animato da venditori africani. Questi vendono articoli come custodie per cellulari, occhiali da sole, borse: tutto sparso su coperte e bancarelle
All’interno, abbiamo esplorato la necropoli inquietante della chiesa, che ospita le cripte dei re di Francia, risalenti a Dagoberto I nel settimo secolo. Troviamo che essere circondate dal sarcofagi di centinaia di monarchi morti, sia esponenzialmente più interessante delle visite alla basilica più famosa di Parigi: il Sacre Coeur. Quest’ultima riceve 10,5 milioni di visitatori all’anno, rispetto ai soli 134.000 di Saint-Denis.

Bois de Boulogne

Il Bois de Boulogne è una foresta urbana di 846 ettari, con sentieri freddamente ombreggiati, che serpeggiano tra le bancarelle di pini austriaci. E’ una sensazione stranamente esaltante, emergere da quei boschi e vedere la Fondation Louis Vuitton. Il museo d’arte progettato da Frank Gehry, è stato completato nel 2014. Un biglietto da 14 euro, prenotato in anticipo, ci ha permesso di accedere ad una serie di stanze bianche, con le opere di artisti contemporanei, raggruppate attorno al tema della collocazione degli esseri umani nell’universo.

Montrouge: il quartiere che somiglia all’East Village

Nel sobborgo di Montrouge, abbiamo visitato un negozio chiamato La Boutique du Futur, che vende articoli, realizzati da un designer industriale freelance. Qui troverete articoli come, cavatappi fatti con ossa di mucca e cucchiaini a forma di aeroplano.
Appena dentro il Périph vicino al fiume, ci siamo imbattute in un corridoio fiorente di arti, ancorato da una manciata di gallerie dall’aspetto spartano, dedicate in gran parte ai graffiti. Qui, negozi di street art, come Le Lavo//matik, danno la sensazione di essere nell’East Village di New York. Si tratta di un negozio che vende monografie di artisti, magliette personalizzate, LP e originali graffiti. Per info, cliccate qui.
Speriamo di avervi ispirato ad una visita alternativa di Parigi, che non escluda il percorso più classico. Come molte grandi città, la ville lumière, dà il suo meglio negli scorci meno turistici.
Marzia Parmigiani
Potrebbe interessarvi anche:
Diffondi il verbo!
error: Hai copiato finora senza chiedere il permesso? Ora basta!