Indice
L’accelerazione dei cambiamenti climatici
Non è un mistero che le ultime ricerche rivelino che il cambiamento climatico stia accelerando, portando il mondo “pericolosamente vicino” a cambiamenti irreversibili.
Quest’anno abbiamo assistito ad incendi devastanti in California. La siccità è diventato un problema persistente nel sud-ovest del pianeta. Abbiamo avuto inondazioni da record in Europa e in Africa. Ed un’ondata di caldo straordinaria, in Groenlandia.
I cambiamenti climatici e i suoi effetti stanno accelerando, con le catastrofi climatiche che si accumulano, stagione dopo stagione. In questo articolo, Traveltherapists vi parla delle ultime ricerche presentate a dicembre 2019.
I dati dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale
Petteri Taalas, segretario generale dell’Organizzazione meteorologica mondiale ha dichiarato le sue preoccupazioni verso un’evoluzione più negativa del clima globale. E’ di qualche settimana fa, la pubblicazione del rapporto globale con gli ultimi dati. L’ultimo decennio è stato infatti definito come caratterizzato da un caldo globale eccezionale. Diventa quindi sempre più urgente, correre ai ripari.
In realtà è abbastanza complicato: ridurre le emissioni di gas per combattere i cambiamenti climatici, richiederà misure drastiche. Petteri Taalas afferma che l’unica soluzione sia eliminare i combustibili fossili nella produzione di energia, nell’industria e nei trasporti.
L’accelerazione del fenomeno
I mari si stanno riscaldando e aumentando di livello più rapidamente, mettendo a rischio un numero maggiore di città rispetto alle inondazioni. Se vuoi approfondire, clicca qui.
I ghiacciai si stanno sciogliendo a un ritmo che molti ricercatori non si aspettavano da decenni. La quantità di ghiaccio marino artico è diminuita così rapidamente, che tutta l’area, potrebbe vedere estati prive di ghiaccio entro il 2030.
Un circuito di feedback climatico
Anche il terreno stesso si sta riscaldando più velocemente. Il terreno congelato in modo permanente, o permafrost, si sta scongelando più rapidamente, minacciando il rilascio di grandi quantità di carbonio immagazzinato a lungo che potrebbe a sua volta peggiorare il riscaldamento, in quello che gli scienziati chiamano un circuito di feedback climatico.
L’accelerazione dello scioglimento del ghiaccio e altri effetti dei cambiamenti climatici hanno portato il mondo pericolosamente vicino a cambiamenti improvvisi e irreversibili, o punti di ribaltamento. Ad esempio, i ricercatori hanno detto che il crollo di anche solo una parte della calotta glaciale dell’Antartico occidentale, potrebbe innalzare il livello del mare di 1,50 metri con conseguenze davvero imprevedibili.
Un tributo di vite non solo umane
Anche il peso del’impatto sulla vita in generale, sta accelerando. Il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres in occasione della conferenza annuale sul clima delle Nazioni Unite ha dichiarato che le catastrofi naturali legate al clima stanno diventando più frequenti, più mortali, più distruttive, con costi umani e finanziari crescenti. Il prezzo di questo tributo, lo pagano tutti gli esseri viventi, fauna e flora compresa.
Analizzando un singolo evento estremo o altri disastri, può essere difficile separare gli effetti del riscaldamento globale da quelli della variabilità climatica naturale e altri fattori. Il riscaldamento può peggiorare gli incendi. Ad esempio, rende la vegetazione più secca e ne facilita la combustione, ma le pratiche di gestione delle foreste, nonché le decisioni su dove costruire, influenzano anche il grado di devastazione. Quindi molto di quello che succede, dipende da scelte umane.


La certezza dell’impatto del riscaldamento globale
Tuttavia, un numero crescente di studi ha dimostrato l’influenza del riscaldamento globale in molti disastri. Le ondate di calore in Europa a giugno e luglio 2019, le piogge estreme in Texas durante la tempesta tropicale Imelda a settembre di quest’anno. Oppure pensiamo alla siccità che ha scatenato la crisi idrica “Day Zero” a Città del Capo nel 2018. Questi sono tra i molti eventi che si sono dimostrati più intensi e probabili, maggiormente determinati dai cambiamenti climatici.
Il rapporto globale sul clima
Alla base dei cambiamenti c’è il processo di base del riscaldamento globale. Mentre l’anidride carbonica e altri gas serra si accumulano nell’atmosfera, intrappolano più calore che irradia dalla superficie terrestre mentre assorbe la luce solare.
Lo stato del rapporto globale sul clima di W.M.O. presentato a Madrid, ha affermato che questo decennio è quasi sicuramente il decennio più caldo mai registrato. E la seconda metà del decennio è stata molto più calda della prima, con temperature globali nella seconda metà circa 0,2 gradi Celsius, più alte.
Questo vale anche per gli oceani, che assorbono circa il 90% del calore in eccesso trattenuto dalla Terra a causa dell’aumento dei gas serra. Le temperature medie oceaniche finora quest’anno superano quelle del 2018, che erano da record, secondo il rapporto.


Il ruolo dell’industria del XIX secolo
Dall’avvento dell’industria nella seconda metà del XIX secolo, quando sono iniziate le emissioni diffuse di gas a effetto serra, il mondo si è riscaldato di circa 1,1 gradi Celsius.
Ma quanto velocemente le temperature continueranno ad aumentare e quanto peggioreranno le cose, dipende in gran parte dal fatto che il mondo riesca a ridurre le emissioni di gas serra e in quanto tempo. Dopo l’abbassamento tra il 2014 e il 2016, le emissioni annuali derivanti dall’utilizzo dei combustibili fossili per l’energia sono nuovamente aumentate.
Gli sforzi dell’accordo di Parigi
L’accordo di Parigi del 2015 ha invitato i paesi a proseguire gli sforzi per limitare il riscaldamento di questo secolo a 2 gradi Celsius al di sopra dei livelli preindustriali, con un obiettivo ancora più rigoroso di 1,5 gradi Celsius. Purtroppo, gli Stati Uniti di Trump stanno lasciando l’accordo ed un rapporto delle Nazioni Unite di novembre 2019, ha suggerito che anche se i paesi rispettassero gli impegni per ridurre le emissioni, il riscaldamento sarebbe più del doppio rispetto all’obiettivo di 1,5 gradi.


Miglioramenti tecnologici nelle rilevazioni
Ci si aspettava un’accelerazione di alcuni elementi del cambiamento climatico, che ora è stata rilevata grazie a miglioramenti nelle misurazioni. Le letture del livello del mare, ad esempio, sono ora molto più estese, frequenti e precise grazie ai sensori satellitari in uso nell’ultimo quarto di secolo. In passato, gli scienziati dovevano fare affidamento sugli indicatori di marea.
Utilizzando i dati satellitari, uno studio del 2018 ha scoperto che l’innalzamento del livello del mare globale è ora di circa 4,5 millimetri all’anno. La velocità aumenta di circa un decimo di millimetro all’anno.
Lo studio ha stimato che l’accelerazione comporterebbe un innalzamento del livello del mare entro la fine di questo secolo di 65 centimetri.
L’innalzamento del livello del mare, deriva da una combinazione di ghiacciai in fusione e calotte glaciali, Nonché dall’espansione termica dell’acqua di mare all’aumentare della temperatura degli oceani. Come per la maggior parte degli effetti previsti del cambiamento climatico, esiste un elevato livello di incertezza sui futuri livelli del mare.
Groenlandia e Antartide
La Groenlandia e l’Antartide trattengono abbastanza ghiaccio da sollevare i mari di circa 60 metri, se tutto si sciogliesse. La fusione completa richiederebbe molti secoli, ma sta accelerando: attualmente contribuisce a circa due terzi di millimetro all’innalzamento del livello del mare ogni anno.
Complessivamente quest’anno, la Groenlandia ha registrato una perdita netta di ghiaccio di circa 350 miliardi di tonnellate: circa il 20% in più rispetto alla media degli ultimi anni e abbastanza per aggiungere un millimetro al livello del mare da sola.
Effetti dello scongelamento del permafrost
Uno studio sugli effetti dei cambiamenti climatici nel permafrost, rivela che nell’Artico, il terreno può essere permanentemente congelato da vicino alla superficie, a diverse migliaia di metri di profondità.
La recente ricerca ha mostrato un rapido scongelamento del permafrost nell’Artico canadese, dove c’è poca vegetazione superficiale per isolare il terreno ghiacciato. Nel 2016 il permafrost si era già scongelato a profondità non previste in un quadro che è stato definito come “moderato”.
Mentre il permafrost nei suoi siti di studio contiene poca materia organica, gran parte del permafrost dell’Artico contiene grandi quantità di vegetazione morta, accumulata nel corso di centinaia o migliaia di anni. Questo lo rende un enorme magazzino di carbonio: secondo alcune stime, il permafrost artico contiene circa il doppio di carbonio rispetto all’atmosfera. Quando si scongela, la materia organica inizia a decomporsi e il carbonio entra nell’atmosfera come metano o anidride carbonica, peggiorando il riscaldamento.
Marzia Parmigiani
Potrebbe interessarvi inoltre:
Ci Avete Letto In: 1.555