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L’Europa che cerca di riaprire e di ripartire
La Francia si prepara ad allentare le restrizioni sui trasporti pubblici per il mese di maggio, ma slitta l’idea di riaprire le scuole.
Ma anche se i leader europei vogliono dare il via alle economie colpite dalla pandemia di Covid-19, riprendere in sicurezza a viaggiare e permettere il movimento delle persone, rimane un problema difficile.
Francia e Germania
I sindacati hanno espresso timori per i piani francesi di consentire alle persone di muoversi liberamente seppur con le mascherine a partire dall’11 maggio, consentendo viaggi nel raggio di 100 km.
In comune con diversi altri stati dell’UE, la Germania ha chiuso alcune delle sue frontiere terrestri il mese scorso, per cercare di frenare la diffusione del Coronavirus e rimpatriare 240 mila viaggiatori tedeschi dall’estero.
La decisione della Francia di osservare l’obbligatorietà delle mascherine su treni e autobus, segue la mossa della Germania questa settimana.
La Francia divisa in zone
Il primo ministro Edouard Philippe ha dichiarato che non ci sarebbero stati viaggi senza restrizioni dall’11 maggio. La Francia sarebbe stata divisa in zone rosse, dove il tasso di infezione Covid-19 è molto alto e zone verdi, più sicure. Sono state predisposte misure di distanziamento sociale sulla metropolitana di Parigi e i servizi dovrebbero aumentare dal 30% della capacità ora, al 70%, dopo l’11 maggio.
L’operatore ferroviario SNCF ha esortato i datori di lavoro a continuare a lavorare a casa e ad offrire turni flessibili per prevenire un aumento delle ore di punta.
Come in Italia, anche in Francia attualmente è necessario stampare un’autocertificazione, prima di uscire di casa.
Ciò sarà necessario ancora dopo l’11 maggio, se il viaggio sarà superiore a 100 km, che sarà consentito “esclusivamente per motivi familiari o professionali convincenti”.
Compagnie aeree e confini nazionali
Le compagnie aeree sono state gravemente colpite dal blocco degli aerei e 12 stati dell’UE, hanno chiesto che le regole di viaggio vengano modificate in modo che possano compensare i passeggeri con voucher, anziché con rimborso per i voli cancellati.
Tutti i paesi, stanno cercando di gestire i lavoratori transfrontalieri. Per esempio, la Germania ha allentato le misure di quarantena per i pendolari polacchi, ma la Polonia non ha ancora seguito l’esempio.
Centinaia di persone hanno organizzato proteste nelle città di confine polacche la scorsa settimana.
Mentre la Polonia ha dichiarato che avrebbe riaperto hotel e centri commerciali a partire dal 4 maggio, non vi era alcuna indicazione di quando avrebbe riaperto i suoi confini.
Paesi extra UE
Al di fuori dell’UE, la Serbia prevede di riavviare il trasporto pubblico la prossima settimana, ma il sindacato dei lavoratori dei trasporti nella capitale Belgrado, ha avvertito che non ci sono abbastanza conducenti o veicoli per garantire il distanziamento sociale dei passeggeri.
Chi apre le spiagge?
Diversi paesi europei sperano ancora di riaprire le loro spiagge in tempo per la stagione turistica estiva.
La Francia ha dichiarato che nessuna spiaggia sarà aperta almeno fino a giugno. Il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez afferma che riaprire le spiagge alla fine di giugno, sarà parte del piano in quattro fasi del suo governo per tornare a una “nuova normalità”.
Anche i viaggi da una parte all’altra della Spagna saranno limitati fino a giugno.
In Belgio, i sindaci delle città lungo la costa del Mare del Nord hanno concordato di prendere una decisione entro l’8 maggio su come limitare l’accesso alla spiaggia e “salvare l’estate dei belgi”.
Il ministro croato del turismo Gari Cappelli, ha chiesto la creazione di “corridoi turistici” tra diversi paesi dell’UE, con epidemiologi che decidono le regole necessarie per la circolazione.
Gran parte dell’Europa meridionale fa affidamento sul turismo, per la sua economia. Si pensa ad un’apertura, per cui i turisti cechi potrebbero essere ammessi in Croazia a luglio e agosto.
I governi dell’UE dovranno decidere come riprendere i movimenti pubblici sia all’interno dei loro paesi che al di fuori.
Il turismo rappresenta il 10% della produzione economica del blocco di 27 membri e questa settimana i ministri dell’UE hanno proposto possibili corridoi turistici tra gli Stati membri.
Marzia Parmigiani
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