Tempo di lettura: 4 minutiMario’s: da 101 anni la vera pizza napoletana a New York
Mario’s è il ristorante più antico di una delle Little Italy più autentiche degli Stati Uniti, quella del Bronx.
A differenza della Little Italy a Lower Manhattan, che si è ridotta a poco più di un’attrazione turistica kitsch, i newyorkesi conoscono Arthur Avenue come la “vera little Italy” della Grande Mela.
Arthur Avenue è un quartiere in cui oltre due dozzine di negozi e ristoranti italiani sono in attività da 50 a 100 anni. Se state pianificando un viaggio a New York, tenete presente questo articolo.
La maggior parte dei negozi sono di proprietà e gestiti dalla terza o quarta generazione delle famiglie che li hanno creati, mentre una manciata è stata venduta a dipendenti che ne hanno preservato l’essenza.
Gli italo-americani che vivono in periferia vengono ogni settimana per fare la spesa qui. Quando i turisti italiani arrivano in questo luogo, si meravigliano dei cibi che non vedono dai tempi delle loro nonne. Mario detiene una sorta di macchina del tempo ed è forse il posto più autentico in cui gustare le tradizioni culinarie della prima comunità italiana di New York.
La storia della famiglia di Mario
La famiglia Migliucci lasciò Napoli nel 1890 dopo che il bisnonno ebbe un incidente con i fuochi d’artificio e restò sfigurato. Vergognandosi della sua deturpazione, la coppia e i loro figli si trasferirono al Cairo, in Egitto, dove aprirono un ristorante italiano.
Il figlio Giuseppe sposò una donna napoletana e nel 1913, la coppia si trasferì a Manhattan con la madre di Giuseppe, e il loro figlio di 1 anno, chiamato Mario come suo nonno.
Le “colonie italiane”
All’inizio del XX secolo, il quartiere di Belmont che ospitava Arthur Avenue era un entroterra rurale che gli immobiliari affittavano e vendevano agli immigrati italiani, ed in effetti, divennero colonie italiane.
Il primo ristorante
Fu qui che nel 1919, la famiglia aprì “G Migliucci”, una pizzeria con solo sei tavoli. Questo ristorante a gestione familiare preparava piatti semplici come la scarola in brodo. Giuseppe si occupava di preparare la pizza. Dopo la scuola, il giovane Mario lavorava al ristorante, vendendo fette di pizza sul marciapiede per cinque centesimi.
La nascita di “Mario’s”
Mario e suo fratello Clemente subentrarono negli anni Trenta e cambiarono ufficialmente il nome: trasformarono la pizzeria in un ristorante raffinato.
Il ristorante divenne presto uno dei più famosi di New York, attirando sindaci, governatori e celebrità come Joe DiMaggio, Frank Sinatra ed Elizabeth Taylor.
Nel 1971, il regista Francis Ford Coppola lo scelse per girare una scena del suo film “Il padrino” utilizzando la sala da pranzo di Mario. Ma quando Mario realizzò che nella scena il personaggio di Al Pacino avrebbe nascosto una pistola nel bagno e poi l’avrebbe usato per uccidere i due uomini al tavolo, rifiutò. Mario non voleva scene violente, quindi Coppola utilizzò il ristorante accanto.
Nel 1976, il critico gastronomico del New York Times Craig Claiborne, invitò Mario e Clemente a cucinare nella sua casa negli Hamptons con il celebre chef francese Pierre Franey e pubblicò una brillante recensione del ristorante.
La novità della pizza negli Stati Uniti
Nell’epoca in cui il ristorante fu aperto nel 1919, la pizza era rigorosamente un piatto italiano che si trovava quasi esclusivamente a Napoli. Sessantacinque anni prima che la Associazione Verace Pizza Napoletana (AVPN) dichiarasse che la “vera” pizza napoletana poteva essere prodotta solo con pomodori coltivati nelle pianure del Vesuvio, mozzarella di bufala locale e farina a doppio zero, i napoletani all’estero adattarono l’antica tradizione della ricetta per i loro nuovi ambienti, facendo le pizze con il meglio a loro disposizione localmente. Dato che gli unici bufali a New York City vivevano nel vicino Zoo del Bronx, i Migliucci hanno optato per la mozzarella di latte di mucca.
La stessa ricetta da 101 anni
Sebbene il menu di Mario si sia evoluto, la pizza, è ancora fatta esattamente come nel 1919.
A differenza della maggior parte dei tranci di pizza di New York di oggi, spesso condite con uno strato pesante di mozzarella e provolone grattugiato che affogano i pomodori, Mario colloca una miscela perfetta di pomodori e foglie di basilico fresco, accanto a cucchiaiate di mozzarella fresca tagliata a mano.
Altri piatti antichi sul menu di Mario, includono la braciole (manzo arrotolato con formaggio) farcito con peperoni, scarola in brodo e trippa cotta con pomodori e cipolle.
Gli spiedini alla romana un tempo erano onnipresenti nei ristoranti italiani, ma ora sono passati di moda. Mario continua ad offrili. Per chi non sapesse cosa sono, si tratta di pane infilzato a strati con formaggio, fritti e conditi con salsa di acciughe.
Una connessione con la Napoli contemporanea, è ora mantenuta dallo chef, Massimo Celso che ha imparato l’arte culinaria nella città partenopea.Ora, nel Bronx, dirige la cucina del ristorante.
Ha imparato con dedizione, tutti i piatti per i quali Mario è famoso: spiedini; insalata di polpo e le polpette cotte a fuoco lento, in salsa di pomodoro.
Massimo Celso è anche la prima persona al di fuori della famiglia Migliucci, ad avere il titolo di capo chef nei suoi 101 anni di storia. Se volete dare un’occhiata al loro menu, consultate il sito.
Marzia Parmigiani
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