Qualche giorno fa, mi trovavo a passeggiare in centro a Milano. La piazza del Duomo e la Galleria Vittorio Emanuele II, erano ancora addobbate per le feste natalizie. Il 2020 appena iniziato, ed una folla di persone gioiose, a godersi gli ultimi scampoli di ferie comandate. Nonostante la bellezza e le sensazioni positive di stare in un luogo che amo, ogni volta che mi trovo in un punto “caldo” e particolarmente turistico, non posso fare a meno di pensarci. E se?
E se improvvisamente succedesse qualcosa? Se qualcuno o qualcosa decidesse di far del male alle persone, me inclusa? Onestamente, quanti di voi ci hanno mai pensato? Sembra strano lo so, in quanto blog di viaggio parlare di questi argomenti meno popolari.
Nel viaggio però ci sono diversi aspetti che riguardano tutti e vale la pena di trattare. Alzi la mano chi non ha mai avuto paura di trovarsi nel mezzo di un attacco terroristico. Tuttavia, noi di Traveltherapists, non siamo qui per aumentare le vostre paure, bensì per aiutarvi ad affrontare nel modo migliore possibile la paura legata al terrorismo.
Albero di Natale Swarovski nella galleria Vittorio Emanuele II Milano – ph M. Parmigiani
Il bisogno di normalità
Quasi sempre, dopo un attacco terroristico, il livello di guardia rimane alto. Alcune persone decidono addirittura di non partire più per un po’, rinunciando per esempio, ad un viaggio imminente. Altre, “sembrano fregarsene”, invocando un presunto fatalismo del tipo “Tanto nel caso, non possiamo farci nulla.”
Puntualmente, quando la mia ansia per un eventuale attacco terroristico sembra essersi attenuata, succede qualcosa che me la fa risalire. Come nel caso dell’attacco di London Bridge del 26 novembre 2019 a Londra. In quell’occasione, uno jihadista già in precedenza condannato per terrorismo, ha accoltellato a caso le persone, uccidendone due. Mi capita spesso di andare a Londra e notizie di questo tipo, mi danno molta ansia. Anche chi viaggia abitualmente, deve ammettere una certa paura in questa era di terrorismo globale.
L’immagine dei terroristi che brandiscono lunghi coltelli e si abbattono sul Borough Market di Londra, che è sempre stato uno dei miei luoghi preferiti in città, non aiuta di certo. Il mio panico è alimentato da costanti promemoria della minaccia terroristica, come nel caso di Londra. E’ innegabile che anche gli scenari delle città siano davvero cambiati a causa del terrorismo. La crescente presenza degli agenti di polizia, dei soldati pesantemente armati per strada, soprattutto nei luoghi in cui si riuniscono i turisti è sotto gli occhi di tutti. Chi di voi è stato a Roma di recente, per esempio, sa di cosa parlo. Come fare allora ad affrontare l’idea di un viaggio, tenendo a bada le paure legate al terrorismo?
Fontana di Trevi a Roma. Uno dei luoghi più “caldi” per il rischio terrorismo
Il meccanismo dell’abituazione
In psicologia ed in etologia, si parla di abituazione, intendendo la graduale riduzione sia dell’attenzione che della risposta ad uno stimolo da parte di un organismo, ma mano che la sua frequenza aumenta nel tempo.
Cosa significa questo? L’unico modo per ridurre l’ansia di un viaggio in generale, ed in particolare, legata alla paura del terrorismo è quella di viaggiare più frequentemente. Restare impegnati a viaggiare è il miglior rimedio alla paura.
Sono stata ricompensata, non obbedendo all’impulso di rimanere a casa.
Più viaggio, più mi sento a mio agio nel viaggiare. La mia ansia generalmente, ha una bella impennata in vista della partenza. Poi, mentre effettivamente mi ci trovo, quelle paure diffuse tendono ad essere spostate su questioni più pratiche, tipo, se ho abbastanza cibo e soldi, o se avrò abbastanza tempo per prendere una coincidenza aerea. Ma attenzione, non vi sto consigliando di rimuovere o negare i rischi legati al terrorismo.
Maggior consapevolezza, minor paura
Gli esperti suggeriscono di mettere in conto tutti i rischi. I viaggiatori devono essere consapevoli del fatto che forse si stanno recando in un luogo sensibile ed in ogni caso, non dovrebbero scartare mai con sicurezza, l’ipotesi di un attacco.
Tuttavia, nemmeno si dovrebbe esagerare, tanto da avere un atteggiamento paralizzante nei confronti del viaggio.
Spesso non ce ne rendiamo conto, ma il primo vero pericolo da affrontare quando viaggiamo, consiste nella sicurezza stradale. Questo vale praticamente ovunque nel mondo. In effetti, se ripenso ad alcuni viaggi, ho corso diversi rischi più in auto, Uber,Taxi e autobus, che per eventi di grande portata, come può essere un attacco terroristico.
A volte le persone hanno false credenze e pregiudizi nei confronti di un luogo. Allora capita che quando le persone vanno verso destinazioni che creano tensione o verso le quali hanno idee non buone, senza riscontrare nulla di negativo, tornano più rilassate e più fiduciose nel viaggiare di nuovo in futuro.
Insomma, lo ribadiamo: paura del terrorismo? Viaggiate di più. Più si viaggia, meglio ci si sente durante e meno preoccupazioni si hanno.
Attestato d’affetto dopo l’attentato alla redazione della rivista satirica Charlie Hebdo del 2015.
In conclusione
Non abbiate paura, quindi, ma state attenti. Una possibilità potenzialmente più elevata di un attacco non significa che i viaggiatori debbano avere paura, ma essere semplicemente più consapevoli. Magari evitate aree affollate come sale da concerto, teatri o stadi. Se ci andate, tenete presente le vie di fuga. Cercate di aver presente come spostarvi nella città in cui vi trovate, inviate per email l’itinerario e le copie dei documenti di viaggio, incluso il passaporto, ai familiari e limitate la quantità di informazioni personali che portate.
Sappiate che gli hotel, in particolare, stanno cercando di proteggere i propri ospiti, implementando e adottando ulteriori misure di sicurezza. Per esempio, è sempre maggiore la presenza di personale di sicurezza in borghese nelle lobby e i dipendenti vengono formati per rilevare attività sospette.
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