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Perché i torii dei santuari giapponesi sono rossi?
Perché i torii dei santuari giapponesi sono rossi?
Chi è stato in Giappone o ha visto film e documentari avrà notato che i cancelli “torii” in giapponese dei santuari nipponici sono solitamente, ma non esclusivamente rossi. Più raramente ne troviamo fatti di pietra grigia, di colore legno, bianchi e gialli e a volte neri. Tuttavia, la versione più diffusa appare nelle tonalità di rosso, sebbene tecnicamente il colore non sia necessariamente sempre lo stesso.
In questo articolo approfondiremo un altro aspetto fondamentale della cultura del Giappone!

Fushimi Inari, Kyoto
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Il significato del colore rosso in Giappone
Innanzitutto, come abbiamo spiegato nell’articolo storia e significato dei colori in Giappone, il rosso aka (赤) in giapponese, è un colore di buon auspicio nel Paese del Sol Levante, associato alla fortuna e alla felicità.
Oltre ai torii, possiamo anche pensare alle bambole daruma, come simboli rilevanti della cultura nipponica. La credenza è che il colore rosso incrementi il potere dei kami che sono gli spiriti adorati nella religione shintoista. Certamente ogni santuario shintoista giapponese usa una colorazione di rosso leggermente diversa, tuttavia, siccome la tonalità di rosso akani protegge l’aspetto dal passare del tempo, spesso è la variante più utilizzata.
La protezione di questo colore dipende dal fatto che nella formula è incluso il mercurio cinabro, ottimo anti-ruggine e considerato efficace per la protezione contro le influenze malevole o negative. In effetti, i celeberrimi e iconici torii del Fushimi Inari Taisha a Kyoto sono appunto dipinte in akani.
Più nel dettaglio i giapponesi usano questo inchiostro speciale per dipingere i torii rossi – il cinabro – poiché è una sostanza somigliante allo smalto rosso rame.



Santuario di Motonosumi, Yamaguchi
Si tratta della materia prima dell’argento liquido ed è davvero popolare nella formula di sostanze preservanti per materiali in legno poiché ha effetto repellente per gli insetti. Insomma, siccome le porte dei santuari sono fatte di legno, il cinabro aiuta la preservazione sul lungo periodo.
Perché i torii dei santuari giapponesi sono rossi? Rosso o vermiglio?
Occorre sottolineare che il vero colore utilizzato per le porte torii dei santuari è il vermiglio. Un rosso, tuttavia più brillante.
Il famoso complesso buddista Senso-ji di Asakusa, ha il rosso come colore predominante. Parliamo precisamente della sfumatura shu (しゅ), ovvero (vermiglio) talvolta descritta semplicemente come “rosso”.
In più, durante le sanguinose guerre civili giapponesi (1467-1568), il rosso era un colore particolarmente amato dai samurai che infatti lo indossavano come simbolo di forza e potere.
E le donne nobili, usavano il fiore rosso (cartamo) come base di trucco per le labbra, molto prima della popolarità del rossetto
In Giappone ed in altre parti dell’Asia orientale, il colore rosso è profondamente radicato nella cultura e considerato di buon auspicio. Rosso è il colore dei cancelli torii nei santuari Shintō, ma anche dei timbri di inchiostro shuniku in abbinamento a sigilli personali.
Più precisamente il colore rosso simboleggia l’inizio della vita legato al fuoco o al sole; la forza, il senso di giustizia; l’energia vitale e la vittoria.
Perché i torii dei santuari giapponesi sono rossi? A cosa servono le porte torii dei santuari?
Ti sei mai chiesto quale sia il ruolo dei torii nei santuari? La porta è il simbolo che segna il confine tra il mondo comune e lo spazio dei santuari shintoisti. Per i giapponesi questi cancelli portano con sé il potere di sbarazzarsi degli spiriti maligni e di respingere le forze delle tenebre. Quindi, attraversando questo varco del santuario, le persone si liberano del peso degli spiriti maligni che appesantiscono il cuore e la mente.
Tuttavia, un’altra delle funzioni dei torii è quella di avvisare: infatti funge da avvertimento per gli impuri ed è un invito a mantenere le distanze.
Esso è quindi un indicatore della sacralità prossima. Per esempio, anticamente chi oltrepassava un torii sapeva di dover scendere da cavallo, per dimostrare umiltà prima dell’ingresso.
Allo stesso modo dello shide (紙垂, 四手), quella specie di “fulmine” stilizzato a zig zag fatto di carta che spesso si trova nei santuari shintoisti, anche il torii è un’indicatore di sacralità.



Shide dei santuari shintoisti
Normalmente ogni santuario ha un torii, ma alcuni ne hanno tanti durante il percorso, in modo che il potere che respinge spiriti cattivi e influenze maligne, sia ancora più potente, prima che i fedeli raggiungano la sede stessa del santuario.



Santuario di Motonosumi, Yamaguchi
Perché i torii dei santuari giapponesi sono rossi? Conclusioni
Come hai potuto vedere il colore rosso nella cultura giapponese ha un valore davvero fondamentale. Si applica sulle porte dei santuari per scongiurare la sfortuna dato che questa tonalità ha forti poteri. Le persone sono convinte che possa rispedire l’energia negativa al mittente e per questo ha funzione di protezione davvero elevata.
Siccome molti giapponesi credono nel potere del colore rosso, alcuni mettono piccoli portafortuna, anche omamori di colore rosso sulla porta d’ingresso di casa, mentre altri piantano fiori rossi in giardino o indossano abiti e gioielli rossi per proteggersi dagli spiriti maligni.
La porta torii del santuario è un simbolo per far sapere alle persone che si stanno avvicinando ai kami. Ma anche passare attraverso questo cancello presuppone un rituale.



Portafortuna nei santuari
Mai passare attraverso la porta del santuario nella parte centrale, ma scegliere il lato sinistro o destro. Questo perché la parte centrale della porta è il passaggio destinato ai kami e non ai comuni mortali.
Speriamo che tu abbia compreso più chiaramente il ruolo del colore rosso delle porte dei santuari in Giappone e la loro importanza. Ricordati di questo articolo durante il tuo viaggio in Giappone e tieni a mente che il colore rosso ti protegge.



Il celebre torii di Miyajima
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