Tempo di lettura: 4 minutiParigi: fra mito e realtà
Parigi. Praticamente tutti, francesi o stranieri, sono predisposti ad amare Parigi. Eppure la maggior parte dei parigini riduce freneticamente la propria vita, come sosteneva Pierre Béarn a métro, boulot, dodo (metropolitana, lavoro, sonno).
La sindrome di Parigi
Molti turisti (specialmente i giapponesi, a quanto pare) subiscono una forma di shock culturale chiamato “sindrome di Parigi”. Si tratta dell’estrema disillusione che si prova una volta che si smette di immaginare Parigi, per vederla nella realtà. Pare che in particolar modo gli asiatici, coltivino un immaginario legato alla ville lumière, talmente perfetto, che l’impatto con la realtà, spesso risulti deludente e devastante.
Vertigini, allucinazioni, persino nausea. La gente si aspetta che Parigi sia romantica, sognante, probabilmente molto amichevole. Ovviamente Parigi non è questo paradiso. In ogni caso, la maggior parte delle persone ama Parigi, e meritatamente.
Si è colpiti dalla bellezza, meravigliati dalla perfezione di alcuni scorci, del lusso che la contraddistingue e si riconosce che i suoi musei siano tra i migliori al mondo. In più la metro funziona molto bene, che per un viaggiatore, è sempre una buona notizia.
Noi di Traveltherapists, vogliamo darvi qualche spunto per darvi una mappa della città un pochino differente dal solito e donarvi la possibilità di cogliere scenari che la maggior parte dei turisti si perde.
Perché non scoprite Parigi attraverso i suoi ponti?
Scoprite Parigi attraverso i suoi ponti
La Senna è attraversata da 37 ponti. Strutture in acciaio, pietra e legno che offrono lezioni di storia, architettura e spunti davvero romantici.
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Studiatevi la città attraverso i suoi ponti e avrete un mosaico della sua storia e della sua architettura.
I 37 ponti, attraversano da un’estremità all’altra Parigi, a partire dal Pont National a monte del Pont du Garigliano, l’ultimo ponte, mentre il fiume si sposta verso il mare. Il numero è 37 se si conta il Boulevard Périphérique, la strada che circonda la città e attraversa il fiume a monte di Charenton-Bercy e a valle di Saint-Cloud-Issy.
L’Unesco celebra 23 dei ponti della città nella designazione delle rive della Senna, dal Pont de Sully, vicino alla Cattedrale di Notre-Dame al Pont d’Iéna, alla Torre Eiffel, come sito culturale del patrimonio mondiale.
Dagli anni Ottanta, il genio di François Jousse (con la sua squadra), ha illuminato ponti, monumenti e viali di Parigi, conferendole un’atmosfera unica. Dopotutto Parigi spende circa 18 milioni di euro all’anno per l’illuminazione pubblica.
Pont de la Tournelle
Se volete una prospettiva diversa di Notre-Dame, provate ad attraversare il Pont de la Tournelle. Si tratta di un ponte lungo 122 metri, asimmetrico, che collega l’Île Saint-Louis alla riva sinistra di Parigi. Se ci si ferma a metà del suo percorso, volgendosi ad ovest, potrete ammirare la parte posteriore di Notre-Dame. I delicati dettagli architettonici della cattedrale si rivelano con il sole che li delinea in calde tonalità arancioni. La parte posteriore di Notre-Dame è la creazione di Eugène Emmanuel Viollet-le-Duc, il giovane architetto incaricato del restauro della cattedrale nel XIX secolo. Non assomiglia affatto al grandioso ingresso principale, le cui centinaia di sculture in pietra medievali la rendono una delle immagini più riconoscibili di Parigi in tutto il mondo. La vista da dietro è diversa da quella di pochi mesi fa e da qui si possono scorgere i danni del recente rogo.
Durante il grande incendio del 15 aprile 2019, la cattedrale perse la guglia che Viollet-le-Duc fece erigere e sezioni del tetto sono nascoste sotto le impalcature protettive. La struttura, però, mostra ancora il suo splendore di notte: la sagoma piatta e scura dei suoi contrafforti volanti è visibile attraverso gli alberi.
Seduta su un alto e rigido pilone sulla riva sud-orientale del ponte, troverete la statua del 1928 di Sainte Geneviève, la patrona di Parigi. La santa del V secolo è raffigurata come una giovane donna, con le mani sulle spalle di un bambino che rappresenta la città. Durante la sua vita, Geneviève predisse che Attila e le sue orde mongole avrebbero risparmiato Parigi dal massacro e dalla distruzione. Dato che la sua predizione si realizzò, venne eletta salvatrice di Parigi.
Fluctuat nec mergitur
Una curiosità: lo stemma di Parigi porta l’immagine di una nave colpita dalla tempesta e le parole latine Fluctuat nec mergitur: “È sbattuta dalle onde, ma non affonda”.
Questo motto, è diventato uno slogan di resistenza dopo gli attacchi terroristici alla sala da concerto di Bataclan e ad altri luoghi in terra francese, che ben conosciamo.
Speriamo di avervi dato una prospettiva differente di Parigi e di avervi invogliato a sperimentare questo tipo di itinerario per scoprire Parigi attraverso i suoi ponti.
Marzia Parmigiani
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