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Tokyo si prepara alla riapertura per evitare la crisi
Tokyo svela in queste ore, il piano per la riapertura, cercando di evitare la seconda ondata di Coronavirus.
I criteri per poter allentare le misure di emergenza, includono un conteggio giornaliero dei casi che sia inferiore a 20 persone.
Il governatore di Tokyo, Yuriko Koike, ha rivelato venerdì un piano per la riapertura graduale della città.
Le misure di prevenzione, includono un’attenzione per evitare una seconda ondata di Coronavirus. Questo finché non sarà sviluppato un vaccino, o si attenuerà il contagio. Vediamo come Tokyo si prepara alla riapertura per evitare la crisi.
I criteri per la riapertura
Il governatore ha presentato diversi criteri per revocare le misure di blocco.
Koike ha rivelato inoltre, le procedure con cui la capitale intende continuare a monitorare i nuovi casi, anche dopo che il governo centrale sospenderà lo stato di emergenza per Tokyo.
Martedì 19, la capitale annuncerà il piano nella sua interezza.
Nel decidere se facilitare misure restrittive, revocarle completamente o persino ripristinarle, il governo metropolitano di Tokyo monitorerà attentamente i casi quotidiani, i casi non rintracciabili ed il tasso di infezione di settimana in settimana.
Le misure potrebbero essere allentate, con determinati parametri: se i nuovi casi giornalieri non superano i 20 individui, i casi non rintracciabili rappresentano meno della metà dei nuovi casi, ed il tasso di infezione tra i nuovi casi, è inferiore a quello della settimana precedente.

Un milione di posti di lavoro in fumo
Gli esperti affermano che il Coronavirus potrebbe costare al Giappone oltre 1 milione di posti di lavoro.
In queste ore, i nuovi casi di Covid-19, di Tokyo scendono a nove. Da marzo, il numero non scendeva sotto le 10 unità al giorno.
La capitale valuterà inoltre le condizioni e la capacità di test del proprio sistema sanitario. Sarà inoltre considerato, il tasso medio di infezione nell’arco di più giorni.
Venerdì, Tokyo ha riportato meno di 50 nuovi casi per 10 giorni consecutivi.
In itinere, Koike ha affermato che la chiusura delle attività potrebbe essere ripristinato, se i nuovi casi superano i 50 al giorno, o se la città segnala più del doppio dei nuovi casi rispetto la settimana precedente.


La riapertura in 3 fasi
Il governatore ha anche introdotto “Tokyo Alert”, un sistema di allarme per avvisare i residenti quando le cifre hanno superato tali criteri.
Koike ha detto che Tokyo riaprirà in tre fasi.
Musei, biblioteche e altre strutture culturali riapriranno nella prima fase; luoghi di esibizione, stabilimenti alimentari e altri luoghi “senza storia di cluster di infezioni”, saranno in grado di riprendere il normale orario di lavoro nella seconda fase.
Nella terza e ultima fase, tutte le strutture ad eccezione di quelle considerate “ad alto rischio” saranno in grado di riaprire.



La situazione delle ultime ore
A partire da venerdì, il Giappone ha registrato circa 1000 casi e circa 700 morti.
Di questi numeri, Tokyo conta oltre 5000 casi e poco più di 200 morti.
Compresa la capitale, otto prefetture sono state esentate dalla decisione del Primo Ministro Shinzo Abe, annunciata giovedì, di revocare lo stato di emergenza nella maggior parte del Paese.
Allo stato attuale, lo stato di emergenza, rimarrà in vigore per le prefetture di Tokyo, Hokkaido, Chiba, Saitama, Kanagawa, Osaka, Hyogo e Kyoto.
A Tokyo, che dovrebbe rimanere in uno stato di emergenza fino al 31 maggio, ai residenti viene chiesto di stare isolati, lavorare da casa ed evitare uscite non indispensabili.
Giovedì prossimo il governo centrale riesaminerà la situazione in queste otto prefetture.
Fino ad allora, ai residenti verrà chiesto di continuare ad isolarsi lavorando da casa e restando al chiuso.
In 39 delle 47 prefetture del paese, i leader municipali hanno già iniziato a revocare le richieste volontarie di isolamento dei residenti e di chiusura temporanea delle imprese.
Sospendere lo stato di emergenza è un’arma a doppio taglio.
Infatti, la riapertura improvvisa o prematura, potrebbe portare ad una seconda ondata di infezioni; tuttavia, mantenerla in atto, allungherebbe ulteriormente un’economia già duramente colpita.
La pandemia ha spinto la sua economia sull’orlo della recessione.
Il modo in cui diverse prefetture sospendono lo stato di emergenza, o si preparano a farlo, è un test cruciale, non solo per Abe e Koike, ma per i leader locali in tutto il paese.



Yuriko Koike – governatore di Tokyo. Fonte: Wikipedia
“Osaka Model”
Il governatore di Osaka Hirofumi Yoshimura ha criticato il governo centrale per aver impiegato troppo tempo a dare istruzioni ai leader delle prefetture su come e quando sospendere lo stato di emergenza.
Yoshimura ha quindi definito le linee guida per la riapertura e ha reso Osaka, la prima prefettura del Giappone a farlo.
La prefettura di Osaka sembra aver soddisfatto i tre criteri stabiliti da Yoshimura il 7 aprile. Vale a dire che nei sette giorni successivi all’annuncio i casi non rintracciabili non superavano le 10 unità, il tasso di contagio giornaliero non superava il 7% e meno del 60% dei letti d’ospedale vengono utilizzati da pazienti affetti da Coronavirus in condizioni critiche.
Marzia Parmigiani
Fonte: Japan Times
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