Turismo ed eSports: intervista ad Alessandro Ajello

Tempo di lettura: 8 minuti

Turismo ed eSports: intervista ad Alessandro Ajello

Il fenomeno globale noto come eSports (sport elettronici) ha il potenziale di rivoluzionare l’industria turistica locale.
In questo articolo vi parleremo di questa realtà e intervisteremo un esperto: il palermitano Alessandro Ajello che ci racconterà come sia diventato un campione di Tekken 6, (arrivando secondo al torneo europeo di Londra del 2009), e rappresentando l’Italia alla finale del torneo mondiale “Tekken World Championship” in Giappone.
Ma prima di tutto, qualche precisazione.

Alessandro Ajello al Tekken World Championship di Tokyo, Giappone

Cosa sono gli eSports?

In sostanza, eSports è il termine collettivo usato per descrivere il gioco competitivo a livello professionale, con i migliori giocatori, i top player nei rispettivi giochi.
Il gioco competitivo non è affatto un nuovo concetto, ma l’idea di avere giocatori di videogiochi professionisti che si guadagnano da vivere, competendo in modo simile agli sport tradizionali è qualcosa di nuovo, almeno nel mondo occidentale. 
Si tratta di squadre di persone che giocano una contro l’altra a livello professionale, vincendo regolarmente ingenti somme di denaro in premi. 
Questi giocatori di eSports appartengono ad organizzazioni diverse, proprio come i giocatori di calcio o basket e si esercitano e competono nel rispettivo gioco, proprio come farebbe qualsiasi altro sportivo. 
A seconda del game (da sparatutto come “Counter-Strike: Global Offensive”, e “Call of Duty”), a una moltitudine di altri generi, ci saranno un numero di tornei ed eventi ogni anno, con ingenti somme di denaro in premio.
Qualsiasi gioco multiplayer può diventare un eSport.
Tuttavia bisogna sottolineare che quasi tutti i più grandi giochi in questo momento si prefiggono, prima di tutto, di essere divertenti.
Una scena competitiva si evolve nel tempo, grazie sia allo sviluppatore dei giochi che al supporto della comunità.

Perché parlare di turismo e eSports?

Le entrate globali per l’industria degli eSports hanno superato il miliardo di dollari nel 2019, con montepremi per tornei che superano i 34 milioni di dollari.
La ragione di ciò, è la passione della comunità di eSports, che si sta dimostrando un elemento di differenziazione rispetto alle tradizionali esperienze di intrattenimento.
Una grande ragione di questa dedizione è che gli eSport sono cresciuti su Internet, portando a un movimento decentralizzato che sfida le norme locali degli sport convenzionali.
In sostanza, i fan degli eSports percorreranno distanze più lunghe per partecipare a tornei ed eventi.
Questa è un’opportunità di crescita nell’indotto turistico, soprattutto, per le economie locali.
I tornei attirano giocatori e partecipanti da tutto il paese e dal mondo.
Le comunità locali che iniziano a puntare sul settore, stanno capendo che gli eventi inaugurali degli eSports superano le aspettative ipotizzate e creano un maggior indotto rispetto ad eventi sportivi tradizionali, concerti e altre categorie di intrattenimento.
Comparativamente, i concerti e gli eventi sportivi sono più spesso localizzati e talvolta regionalizzati. Guidano solo le presenze locali e non hanno un effetto significativo sull’impatto economico.  
Invece gli eSport non rappresentano solo un’opportunità per grandi eventi internazionali. Esistono infatti, grandi campionati nazionali ed eventi di qualificazione; eventi regionali di medie dimensioni e persino eventi locali più piccoli.
Assieme, possono crescere e sostenere un ecosistema rivolto a tutte le dimensioni degli eSports.
In un momento particolare come questo data la pandemia Covid-19, anche il turismo e gli eSports, potrebbero trovare un nuovo equilibrio.

Intervista ad Alessandro Ajello, campione di Tekken 6 ed esperto di eSports

Sei entrato a pieno titolo nella Hall of Fame dei giocatori a livello mondiale, sbaragliando 250 avversari a soli 22 anni.

Hai conquistato la seconda posizione al campionato europeo di Londra alla Proud Gallery Camden per poi volare alla finale del torneo mondiale di Tekken. Non è da tutti.

Alessandro Ajello, gamer 

Raccontaci un po’ di te: come ti sei avvicinato al mondo del gaming?

Innanzitutto, grazie per questa intervista e per la possibilità di presentare e far conoscere il mondo del gaming e degli eSports a chi non ne sa nulla, ma è curioso.

Mi chiamo Alessandro, ho 32 anni e ho una passione innata per i videogames fin da piccino.

Sono partito con il classico Sonic su Megadrive e ho continuato in seguito, su tutte le piattaforme Playstation.

Ho utilizzato anche qualcosina su pc. Amo gli RPG Fantasy, i giochi di azione, e soprattutto, i picchiaduro.

Ho iniziato a Tekken giocando nella mia cameretta prima contro il computer, poi contro gli amici che invitavo a sfidarmi tra risate e divertimento.

Successivamente ho scoperto che esistevano su internet molti forum dove si parlava di Tekken in modo approfondito.

Mi sono avvicinato a community sia cittadine, che regionali e nazionali.

Ho scoperto la possibilità dei raduni offline per allenarsi insieme e così decisi di contattare dei ragazzi di Palermo con cui feci amicizia.

Una volta a casa loro, le presi di santa ragione virtualmente parlando.

Non capivo come questi ragazzi potessero essere cosi, forti reattivi e precisi al gioco.

In quell’occasione, mi si aperto un mondo!

Dallo loro esperienza, ho appreso che ogni picchiaduro si basa su delle regole ben precise che legano le animazioni delle mosse, ad una velocità numerica espressa in fps (ovvero frames al secondo).

Ogni mossa, ha delle proprietà specifiche.

Ne deriva che se non si conoscono bene queste regole matematiche, diventa impossibile vincere contro un top player o un professionista.

Spesso paragono gli scacchi al Tekken.

La differenza è che mentre nel primo hai minuti per una scelta, nel secondo millesimi, mezzo secondo massimo.

Da quel momento, ho partecipato a vari eventi regionali, nazionali ed europei, avendo la possibilità di conoscere professionisti e amici.

 

Alessandro Ajello ad un campionato di Tekken a Roma

Di cosa ti occupi attualmente?

Attualmente, le mie attività, come quelle di tutti voi sono limitate.

Sto aspettando la fine di questo tragico momento dovuto al Covid-19, ma non sono fermo.

Infatti, sto progettando e analizzando come poter portare eventi eSport su Tekken molto importanti a Palermo, la città in cui vivo.

Mi sto occupando di prendere contatti con giocatori di tutto il mondo e m sto avvicinando alle loro community.

Sto aprendo discussioni con sponsor e progettando il mio futuro lavorativo che, fortunatamente, coincide con la mia passione e con ciò che facevo prima della pandemia: ovvero l’organizzazione di eventi di Esport di Tekken.

 

Alessandro Ajello con il campione polacco “Devil”, ad un torneo da lui organizzato.

Secondo te ci sono benefici psicologici nel praticare gli eSports?

Assolutamente sì! Personalmente parlando, ma anche confrontandomi con i giocatori di eSport di tutto il mondo si può dire che ci siano notevoli benefici psicologici nel praticare eSports.

Viaggiare, conoscere posti nuovi, amicizie, amori, vincere ingenti somme di denaro! Condividere la stessa passione con altri e migliorare il proprio inglese o imparare una lingua nuova!

Sono tutti fattori che portano beneficio e benessere psicologico, per non parlare l’aumento delle proprie capacita reattive.

Sto parlando di riflessi, velocità di esecuzione, adattamento alle strategie dell’avversario, manualità e aumento della concentrazione.

Ci si allena anche a lavorare sotto pressione e a mantenersi focalizzati, nonostante si avverta la pressione dell’avversario.

Quindi self control, ma ricordate che la cosa primaria e più importante è il divertimento!

Sentirsi bene e divertirsi è alla base di qualsiasi attività ludica o sportiva nella vita di ognuno di noi!

Alessandro Ajello con i top player locali, al Videogame Party di Palermo

Cosa consiglieresti alle persone che desiderano iniziare a competere negli eSports?

Prima di tutto, è una scelta di vita a cui occorre pensare bene, lo dico sopratutto pensando ai giovani che hanno un ventaglio enorme di possibilità.

Gli eSports sono pura competizione: tutto può nascere come un semplice gioco, affiancandolo alla vita vera (andare a scuola, studiare, fare esercizio fisico, etc).

Se si ha il supporto della famiglia, ma soprattutto se si hanno le capacita sopra descritte in un determinato gioco eSport, ci si può cimentare in qualche torneo locale, regionale o nazionale, e perché no, internazionale!

Come è stato detto, tutto questo porta grossi benefici alle comunità locali e apre vari scenari.

Non tutti però, riescono o sono portati a gestire lo stress da competizione. Se si sceglie questa vita, bisogna considerare il gioco come un vero e proprio lavoro.

Occorre allenarsi, conoscenza e studio di quel determinato gioco eSport ed essere disposti a viaggiare.

Bisogna allenare la mente ed il corpo (attività fisica, dato che si gioca seduti passando molte ore al pc o alla console).

Occorre trovare uno sponsor che ti supporti, e avere ben in vista il proprio obiettivo.

L’eSport può totalmente cambiarti la vita, anche economicamente parlando. Esistono giocatori sponsorizzati che percepiscono uno stipendio mensile, sono sotto contratto, e vincono ingenti somme di denaro ad ogni torneo o evento.

 

Quali pensi che siano i migliori giochi del momento e perché?

Al momento i migliori giochi da Esport sul mercato, sono sicuramente per quanto riguarda i picchiaduro: Tekken e Street Fighter.

Per quanto riguarda ad esempio i simulatori di calcio, ovviamente FIFA e PES. Per i giochi a team su pc League of Legends e Dota2.

Fra gli strategici su pc, Starcraft e Warcraft 3, sparatutto Call of Duty, Overwatch, Counter Strike.

Ci sono molti altri titoli di eSports di differenti categorie.

Ce ne sono per tutti i gusti e categorie di gioco: basta cercarli su Google o dare un’occhiata alla famosissima piattaforma streaming chiamata Twitch.

 

Alessandro Ajello con un amico organizzatore di eventi a Francoforte

Che scenari prevedi per gli eSports nei prossimi anni?

Sicuramente gli eSports riesploderanno dopo questa pandemia Covid-19.

Sinceramente, non ha colpito più di tanto gli eSports, sopratutto quelli giocati online. In Italia ci stiamo avvicinando a piccoli passi verso questa realtà.

In Europa e nel mondo, come in Asia o America è già molto consolidata.

Dovete sapere che i giocatori più forti del mondo del Tekken sono pakistani.

Chi l’avrebbe mai detto? Man mano, sempre più aziende e personalità importanti del mondo dello spettacolo, ma anche imprenditori, investono sempre più sugli eSports: sia online che offline.

Questo mondo offre grosse opportunità di lavoro, sia come giocatore sia come organizzatore.

Come descritto sopra, sono innumerevoli i benefici legati al turismo nelle città o nei paesi dove vengono effettuati questi tornei ed eventi.

Concludendo, secondo me gli eSport sono passione ed una grossa opportunità di amicizia, competizione positiva, amore, e vita!

Farò sempre parte di questo mondo e chiunque voglia affiancarmi e collaborare con me sarà sempre il benvenuto!

GRAZIE di cuore e a presto players!

 

 

Grazie a te, Alessandro!

Se la storia di Alessandro Ajello vi ha appassionato ed incuriosito, potete seguirlo sui social: Twitter, Instagram e Facebook.

 

 

 

Aggiornamento 2 giugno 2020: guarda l’ultima intervista di Alessandro Ajello su Youtube!

 

Marzia Parmigiani
Altro, in questo blog di viaggio:
Diffondi il verbo!