Viaggiare rende felici: lo dice la ricerca

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Viaggiare rende felici: lo dice la ricerca

Non avevate dubbi, vero? Non sareste qui a leggere queste parole se non foste convinti della grande potenzialità che offre l’esperienza del viaggio.

Ma sapreste dire perché? In questo articolo desideriamo illustrare una recente ricerca pubblicata su pubblicata sul Journal of Consumer Psychology intitolato “A Wonderful Life: Experiential Consumption and the Pursuit of Happiness”. La ricerca inquadra il viaggio nella società attuale.

 

Gli assunti della ricerca

Vivere nei paesi sviluppati, significa vivere in una società consumistica. Sebbene le forze più ampie che hanno creato questa società abbiano portato ad un’abbondanza di materiale senza precedenti, gli studiosi sostengono che questi benefici hanno avuto un costo psicologico significativo.

Una domanda importante, quindi, è come ridurre al minimo questi costi psicologici. Tenendo presente ciò, le ricerche dimostrano che le persone traggono maggiore soddisfazione dagli acquisti esperienziali rispetto agli acquisti materiali.

 

Gli acquisti esperienziali, sono meglio degli acquisti materiali

Questa ricerca indica che gli acquisti esperienziali forniscono maggiore soddisfazione e felicità, in primis perché gli acquisti esperienziali migliorano le relazioni sociali in modo più rapido ed efficace rispetto ai beni materiali. Secondariamente, gli acquisti esperienziali costituiscono una parte più grande dell’identità di una persona, perché ne riflettono le caratteristiche di personalità.

Inoltre, gli acquisti esperienziali evocano meno confronti sociali rispetto agli acquisti materiali. 

Quanto dura questo benessere?

Il fatto che viaggiare aumenti il benessere è un qualcosa che si protrae per il viaggio e poco tempo dopo, o dura nel tempo? I cambiamenti che subentrano dopo un viaggio sono sicuramente durevoli: viaggiare incrementa la conoscenza e la cultura e apre la mente a diverse prospettive. Non è solo una gioia momentanea, ma una sensazione che dura a lungo, anche rispetto ad altre esperienze di vita. Insomma, lo studio scientifico conferma che viaggiare equivale a incrementare la sensazione di felicità.

I dati della ricerca

La ricerca ha coinvolto 17mila persone originarie da 17 Paesi. Ne emerge che il 70% degli intervistati, considera il fatto di spendere soldi per viaggiare, migliore dell’acquisto di qualsiasi altro bene materiale. Fra questi viaggiatori, c’è chi lo fa almeno una volta al mese, se il lavoro lo consente. Poi ci sono i nomadi digitali che hanno la possibilità di lavorare da remoto e hanno il privilegio di poter fare del viaggio uno stile di vita. Abbiamo parlato altrove dei nomadi digitali.
E se state pensando che lavorare da remoto sia un privilegio per single, per persone senza radici o legami vi sbagliate. I nomadi digitali possono essere anche coppie e famiglie con figli. Si può decidere di stare via qualche mese l’anno o per sempre. Le possibilità, sono varie, quanto diversa è l’umanità e le potenzialità, infinite.
Inoltre, bisogna dire che il numero di persone che partono in solitaria, è incrementato. Viaggiare può essere uno stile di vita, il mezzo per staccare la spina dalla routine e dai propri problemi, o solamente l’occasione, per concedersi relax.
Se per alcuni, invece, il ritorno a casa è il momento che può mettere in ansia, per altri, il ritorno nella propria città è considerato il giusto prezzo da pagare in attesa della prossima vacanza.

Il viaggio di coppia

La stessa cosa vale per le coppie. Infatti, uno studio del 2020 condotto da Booking.com, rivela che viaggiare o il solo fantasticare su un eventuale viaggio, rende molto più felici rispetto addirittura al giorno delle proprie nozze.
I dati mostrano che il 49% delle persone sostiene che una vacanza dia la felicità, mentre il 51% preferisce viaggiare rispetto addirittura al proprio partner. Inoltre il viaggio funziona anche per tirarsi su di morale: il 77% degli intervistati prenota una vacanza, per questa finalità. L’attesa come già sapete, è essa stessa piacere: 8 persone su 10, provano felicità anche solo quando guardano foto del luogo dei loro sogni.
Insomma, l’importante è partire. Non importa se sia un hotel a 5 stelle, un camper o una tenda. La carica che dà un viaggio a livello emozionale, non ha eguali.
Tuttavia, sappiamo anche che viaggiare crea assuefazione: molti intervistati iniziano a pensare alla prossima meta, addirittura un anno prima della partenza. Altrove abbiamo già parlato di questa condizione.
Essere sposati con figli, non esclude la possibilità di viaggiare. Certamente con una famiglia alcune libertà saranno sacrificate, ma volete mettere quello che guadagnate? 
Concludiamo dicendo che in qualche modo, le politiche sociali potrebbero essere modificate per trarre vantaggio dal maggior ritorno edonico offerto dagli investimenti esperienziali, promuovendo così il benessere a tutto tondo, della società.
Marzia Parmigiani
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