Storia della Yakuza: il crimine organizzato in Giappone

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Storia della Yakuza.

Storia della Yakuza: il crimine organizzato in Giappone

Visitare il Giappone è un’esperienza insolita su tanti livelli per un occidentale. E la cosa diventa ancora più sconvolgente, se pensiamo alla criminalità.
Provate a immaginare di essere in un bar da soli a prendere un caffè. In Italia o all’estero, solitamente vi alzate, portandovi dietro tutto quello che avete, più un pezzo di tavolino, giusto?
Ecco, immaginate si dover espletare lo stesso bisogno, ma in Giappone. Vi assicuro – perché prima l’abbiamo osservato con i nostri occhi, per poi sperimentarlo di persona – che in Giappone è normalissimo andare al bagno, lasciando borsa, portafogli, laptop e cellulare sul tavolino.
State tranquilli, sembra incredibile, ma nessuno toccherà i vostri effetti personali. In questo articolo vi parleremo della storia della Yakuza: il crimine organizzato in Giappone.

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Juro Mizunomon (Ichikawa Sanji di prima generazione)

Juro Mizunomon, Toyohara Kunishou, 1884

Storia della Yakuza: in Giappone quindi non esiste la criminalità?

Dire che in Giappone la criminalità sia inesistente, non è corretto.
Tuttavia, occorre sottolineare che questo fenomeno è estremamente insignificante rispetto a qualsiasi altro paese industrializzato.
In questo articolo vogliamo parlarvi di una forma di crimine organizzato davvero antico ed efficiente: la storia della Yakuza, detta Gokudō (極道).
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Esempio di organizzazione di famiglia Yakuza

Storia della Yakuza: da dove viene il nome Yakuza?

Il nome Yakuza deriva da 3 cifre numeriche (8,9,3) che in giapponese suonano come “hachi – kyuu – san”. Questa sequenza, costituisce il punteggio più scarso di un gioco di carte che si chiama Oicho-Kabu.
La Yakuza si suddivide in gruppi detti “Kumi”, ma difficilmente troverete la parola Yakuza o Kumi su un giornale o al notiziario in Giappone.
Solitamente si preferisce definirli bōryokudan (暴力団)  che significa “gruppo violento”.
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Storia della Yakuza: le origini 

Le origini della Yakuza sono da rintracciare nel periodo dello shogunato Tokugawa che va dal 1603 al 1868.
Si pensa che circa a metà del periodo Edo, emersero due categorie di soggetti che hanno dato origine alla Yakuza moderna: i Tekiya (ricettatori, spacciatori di merci illecite) e i Bakuto (coinvolti nel gioco d’azzardo come il pachinko).
In quegli anni, l’impero giapponese era martoriato da guerre di ogni tipo.
Nonostante lo shogunato Tokugawa avesse portato con sé una maggiore stabilità politica, molti samurai precedentemente impiegati nella guerra, tendevano a restare ai margini della società.
Sentendosi fuori da ogni considerazione da parte del sistema dell’epoca, si aggregarono in gruppi di piccole dimensioni chiamati hatamotoyakko.

Storia della Yakuza: i gruppi hatamotoyakko sono progenitori della Yakuza attuale

Questi gruppi vivevano opprimendo e intimidendo la popolazione e probabilmente costituiscono la forma primigenia del sistema Yakuza attuale.
E’ interessante notare, che per altri, gli antenati della Yakuza sarebbero stati i cosiddetti machiyakko: gruppi di rōnin, dal carattere nazionalista, che prestavano servizio a difesa dei deboli.

La “scalata politica” nella storia della Yakuza

Il sistema di bande, cominciò a specializzarsi nella stipulazione di patti che prevedevano atti intimidatori nei confronti degli avversari politici.
Creando legami con soggetti autorevoli del mondo economico e finanziario, l’organizzazione ben presto riuscì a conquistare e garantirsi posizioni privilegiate e maggior guadagni.
Questo fino alla Seconda Guerra Mondiale, quando l’occupazione americana creò una forte crisi nella Yakuza anche se continuò comunque a mantenere una certa attività.

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Storia della Yakuza nel Dopoguerra 

La Yakuza alla fine della guerra, conquistò un ruolo nel mantenimento dell’ordine pubblico, in cambio di favoritismi e appalti nel mondo dell’edilizia.
Questo segnò una vera e propria rinascita dell’organizzazione che riuscì ad infiltrarsi nel Partito Liberal Democratico.
La Yakuza si occupava di fornire le guardie del corpo a politici di rilievo, portando voti al partito, spesso con intimidazioni.
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Storia della Yakuza: la legge anti-boryokudan

Il governo giapponese, nel 1992, emanò la legge anti-boryokudan.
Si tratta di una legge che rende illegali la presenza di associazioni a carattere violento ed intimidatorio.
Se all’inizio l’effetto fu buono, con il tempo, la legge si rivelò inefficace.
Infatti i membri dei clan scomparsi chiesero aiuto a quelli più potenti come Yamaguchi-gumi di Kōbe e Sumiyoshi-kai di Tokyo, rafforzandosi.
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Storia della Yakuza: la situazione attuale del crimine organizzato 

Molti giapponesi appoggiano la Yakuza perché la considerano affidabile e protettiva, nonostante il governo abbia improntato diverse campagne di sensibilizzazione contro l’organizzazione.
Solitamente i membri della Yakuza vestono con abiti costosi, possiedono belle auto e fanno riunioni in location lussuose.

Tendono ad esprimersi in un linguaggio particolare.

Un’altra caratteristica degli adepti sono i grandi tatuaggi che tutti i membri hanno, ma che tendono a nascondere.
Per questo, in Giappone nelle palestre, negli onsen e nelle piscine, l’ingresso alle persone tatuate è vietato.
Un’altra caratteristica della Yakuza è l’asportazione della prima falange del dito mignolo fatta ai sui affiliati.
Un rituale antico che si chiama yubitsume e che è volto a simboleggiare la venerazione nei confronti del maestro, un richiamo al rapporto, oyabun-kobun (“padre-figlio”, “discepolo-maestro”).

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L’organizzazione patriarcale della Yakuza

Il sistema Yakuza è quello della famiglia patriarcale, dove i ruoli non sono messi in discussione e l’obbedienza alle regole è cieca e acritica.
Perciò, la violazione delle regole da parte degli adepti, porta ad un’inevitabile punizione. Tuttavia, a differenza di altre organizzazioni criminali, il legame non è di sangue, ovvero familiare ed i suoi membri non si nascondono.
In Giappone è normale che gli adepti presentino il loro biglietto da visita, abbiano un logo ufficiale e non nascondono il loro capo o la loro sede.
Molti di loro sono addirittura iscritti a sindacati o ad associazioni patriottiche.

tatuaggio della Yakuza

Quali sono le attività della Yakuza in Giappone?

Attualmente, la Yakuza si occupa di speculazioni immobiliari e finanziare, estorsioni, droga, armi e gioco d’azzardo (in particolare il pachinko).

Altre attività illegali sono lo sfruttamento della prostituzione e infiltrazione nelle grandi aziende.

Per esempio, a Tokyo, ci sono tanti quartieri a luci rosse, quello più famoso a Kabuki-cho a Shinjuku.

Molti giapponesi continuano ad amare la Yakuza perché anticamente era una società di mutuo soccorso.

Almeno formalmente, la sua prassi in passato, sembrava richiamare il bushidō, ovvero il codice di comportamento del samurai.

Si tratta di un modus operandi dedito al dovere e all’onore, nonché al sentimento all’altruismo verso i più deboli.

Ovviamente, una versione molto romantica di quello che è diventata questa organizzazione attualmente.

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In un viaggio in Giappone capita di incontrare la Yakuza?

Lo abbiamo chiesto a degli amici giapponesi e ci hanno detto che eventualmente, si può incontrare in festival o celebrazioni attorno al tempio.
Tutte le bancarelle per tali eventi sono gestiti da Yakuza (un sottogruppo chiamato tekiya).
Se vedete un uomo di mezza età, allora, probabilmente fa parte della Yakuza.
Le bancarelle nei mercati in Giappone sono principalmente, affari della Yakuza.
Tuttavia, la stragrande maggioranza dei tekiya non sono soggetti alla supervisione anti-racket da parte della polizia, quindi sono simili al 70% ai commercianti.
Quindi, se acquistate qualcosa in queste bancarelle, non state finanziando nulla di criminale.
Se vedete qualcuno a cui manca un dito, è tutto normale, per quello che riguarda il rito d’iniziazione di cui abbiamo parlato prima.
A causa della mafia italiana, l’opinione della gente sulla Yakuza giapponese è che si tratti di gente davvero ricca, ma la stragrande maggioranza non lo è.
È intorno all’area dei divertimenti notturni, dove si vede una Yakuza più benestante e ben vestita.

I membri della Yakuza sono generalmente molto discreti e i loro tatuaggi sono nascosti sotto gli abiti. Ma c’è un periodo dell’anno in cui si rivelano e si spogliano nudi nel Sanja Matsuri Day (三社祭).

Infatti, durante il 3° weekend di maggio, le strade del quartiere di Asakusa a Tokyo festeggiano uno dei grandi festival della capitale. Questa sarà l’unica volta in cui si potrà vedere un’enorme processione di yakuza in biancheria intima sumotori che sfila, impunemente al santuario del quartiere.

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Come riconoscere un membro della Yakuza? Modo di parlare, registro linguistico e aspetto

Qui è opportuno approfondire un aspetto interessante linguistico, relativo al modo di parlare di uno Yakuza e del suo registro linguistico.

In effetti, i membri della Yakuza,  hanno un modo di parlare particolarmente riconoscibile.

La particolarità del linguaggio di uno Yakuza, riguarda il registro e l’enfasi data ad alcune parole.

 

Il registro

Il registro nella linguistica s’intende come “la varietà di lingue impiegate a seconda del tipo di rapporto psicologico e sociale sussistente tra i locutori, delle circostanze in cui avviene la comunicazione e del mezzo impiegato”.

Pensate per esempio, al modo di parlare del Papa o dei politici italiani.

Ci pare che una delle caratteristiche più importanti del giapponese come lingua, sia utilizzare molti più registri rispetto alla maggior parte delle lingue europee.

In Giappone, i bimbi (maschi e femmine); ma anche uomini e donne, adolescenti e anziani, adottano un loro registro.

Certo, succede anche da noi, ma in Giappone la cosa è molto più netta ed enfatizzata.

In effetti, in terra nipponica diventa più facile – per chi conosce la lingua – distinguere i vari gruppi sociali non solo dai temi dei loro discorsi, ma anche da ritmo, intonazione ed enfasi messa.

Il registro degli Yakuza: mafiosi giapponesi

Generalmente, i giapponesi hanno difficoltà a pronunciare in modo differente i suoni di “r” e “l” all’occidentale.

Gli Yakuza sanno pronunciare – a modo loro – il suono della r, esattamente come gli italiani.

Slang degli Yakuza

Ad esempio, il termine giapponese “Bakayaro” (バカヤロ), è una parola abbastanza offensiva che significa “stupido”.

Un membro della Yakuza dirà  “BakayarrrRRo”, enfatizzando tantissimo il suono della r.

Oppure il suffisso -ai nello slang della Yakuza, si tramuta in -ee.

Per esempio, l’espressione “wakaranai” (わからない, ovvero non lo so), sarà pronunciato “wakaRannee” da un membro della Yakuza.

Ci sono diversi film sulla Yakuza da vedere per comprendere questo tipo di dialoghi, come Battles without honour and humanity (1973), del quale ho trovato solo questa scena: ma se siete interessati, cercatelo e capirete meglio lo slang degli Yakuza.

 

Gli Yakuza dicono anche “Osu”, pronunciato “Osssss”, che significa “buongiorno”. Questa espressione si usa quando ci si incontra la prima volta in una giornata, fra uomini di pari età: non si sente praticamente mai, al di fuori dello slang mafioso.

Inoltre, i mafiosi giapponesi hanno espressioni particolare per definire anche i ranghi in cui sono organizzati. Il termine Oyabun indica un capo, mentre chinpirà significa neofita della Yakuza.

Irezumi e Yakuza

L’Irezumi, l’arte del tatuaggio tradizionale giapponese, occupa un posto importante nella cultura Yakuza. Le sue origini risalgono all’epoca pre-Edo, quando veniva utilizzato principalmente per distinguere i criminali.

Nel mondo della Yakuza, storie elaborate si dipanano attraverso tatuaggi dal design intricato, che nascondono i segni della prigionia che un tempo li etichettavano come criminali. Con il tempo, l’acquisizione di irezumi è diventata un rito di passaggio per i giovani membri della Yakuza.

A differenza dei regolamenti più rigidi, l’irezumi non è ufficialmente obbligatorio per i membri della Yakuza. Anche se alcune fazioni o gruppi (noti come “gumi”) hanno storicamente imposto questa pratica. I tatuaggi stessi hanno un significato unico, che distingue un gangster dall’altro.

La creazione di un tatuaggio irezumi è un processo arduo e lungo. In passato, la disponibilità limitata di colori portava all’uso di una tavolozza di colori limitata, a differenza delle opzioni odierne.

Gli artigiani Horishi tradizionali preparano con cura l’inchiostro sumi partendo da zero. I motivi comuni raffigurano spesso personaggi potenti, come Fudo Myo-O, la divinità Acala che rappresenta la protezione e la distruzione del male, con in mano un simbolo di potere e saggezza: la spada.

Le fiamme sono spesso presenti nell’arte irezumi, a simboleggiare l’espulsione dell’energia negativa. Altri motivi possono includere bambù e rocce spazzate dal vento, che rappresentano la resistenza contro le norme sociali. Le carpe Koi rappresentano forza e perseveranza, mentre un serpente bianco simboleggia la fortuna e il desiderio di evitare la morte.

Inoltre, la presenza di un Oni, un demone, aggiunge un elemento narrativo al tatuaggio.

I tatuaggi Irezumi sono simboli duraturi della storia, della tradizione e dell’individualità degli Yakuza, che incarnano le loro storie e le loro aspirazioni per un futuro positivo.

Aspetto fisico degli Yakuza

Uno dei modi degli Yakuza di sottolineare la loro appartenenza, è esaltare alcuni aspetti del look che li rendano riconoscibili.

Spesso gli Yakuza hanno i capelli ricci o con tagli medio lunghi e mossi.

In effetti, è molto difficile che un giapponese regolare abbia i capelli ricci.

Di conseguenza, se incontrerete un giapponesi ricciuto nel vostro viaggio in Giappone, quasi certamente sarà uno Yakuza.

Qui un esempio moderno di produzione a tema Yakuza: Gokushufudou (The way of a househusband) è un manga che tratta della vita da casalingo di un ex mafioso giapponese.

Se vi interessa approfondire il tema della mafia nelle produzioni asiatiche, vi consigliamo di scoprire il k-drama “Vincenzo” su Netflix.

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Pensieri finali

In questo articolo abbiamo parlato della storia della Yakuza: il crimine organizzato in Giappone, un fenomeno complesso, intricati ricco di ritualità e codici di comportamento ben precisi. Speriamo di aver contribuito all’approfondimento della conoscenza di questo meraviglioso paese.

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Fonte: Kaplan, David E.; “Yakuza: Japan’s Criminal Underworld”

 

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